Anzio: dalla villa di Nerone al Paradiso sul Mare. Un patrimonio da salvare

Villa di Nerone, Anzio (Zanner, Public domain, via Wikimedia Commons)

Anzio, la città di Nerone: così il visitatore viene accolto da un cartello posto lungo la via litoranea. In molti conoscono il celebre imperatore per la sua follia che, da quel che si narra, lo indusse ad incendiare Roma nel 64 d.C., attribuendo poi la colpa ai cristiani.

Eppure, Nerone fece costruire la propria villa ad Anzio, sulla costa laziale. Quel che vediamo oggi non è che una piccola parte della grandiosa costruzione che si estendeva sia nell’entroterra, che nelle acque.

L’imperatore ordinò di edificare la villa su altri resti, di epoca precedente (furono ritrovate fondazioni risalenti alle fasi repubblicane e augustee durante i lavori di sbancamento per l’apertura di via della Fanciulla d’Anzio). È Svetonio a narrare che Ottaviano Augusto, nel 2 a.C., soggiornava proprio nella magnifica villa vista mare.

Con Nerone viene arricchito il belvedere semicircolare attraverso una loggia colonnata, un portico si affacciava direttamente sul mare disposto su piani differenti, un’esedra quadrangolare prevedeva nicchioni ornati dal motivo a conchiglia e contenenti due statue, tra cui sicuramente quella della cosiddetta Fanciulla. I contrafforti e ulteriori nicchioni penetravano nel banco di macco degradando a più piani lungo la scogliera, senza contare corridoi, scalinate e cunicoli che mettevano in comunicazione i vari ambienti della villa dotata di ninfei, giardini, fontane e terme, nonché di un porto per le imbarcazioni imperiali.

La villa non venne abbandonata con la morte di Nerone, ma seguirono restauri e modifiche in epoca domizianea, adrianea e infine severiana.

Cosa rimane oggi? I resti monumentali della villa si ergono sulla scogliera, in gran parte in corrispondenza della spiaggia libera, per poi estendersi anche oltre gli stabilimenti. Chi visita Anzio non può non notarli, anche perché gruppi di persone ammonticchiate sui ruderi che emergono dalla spiaggia attirano sicuramente l’attenzione. Nonostante i divieti, i cartelli, i cittadini che denunciano, gruppi di persone irrispettose proseguono ad accamparsi nella zona archeologica.

In corrispondenza della spiaggia libera, invece, si notano alcuni crateri che ricordano quelli lunari all’interno della zona recintata. A poco vale il fatto che venga ribadito il divieto di entrare nell’area archeologica senza permesso e che sia prevista una multa per i trasgressori: un uomo, ben noto ai locali, armato di pala e di cassette per contenere i reperti, scava incurante di tutto e di tutti, aggredendo verbalmente chiunque osi contrastare il suo operato, spacciato per “pulizia della spiaggia”.

Ma proseguiamo: all’interno delle cavità, verso il “molo” – di cui parleremo – persistono cumuli di immondizia che si trovano lì da tempo immemore, nonostante nel 2018 fosse stata posta una banda rossa che ne vietava l’accesso. Tornando al 2016-2017, addirittura, alcuni abusivi (ahimé) operativi sulla spiaggia, lasciavano i propri carretti con le pannocchie sopra i sacconi neri. Igiene? Malattie? Termini totalmente sconosciuti.

Verso la parte del promontorio, iscrizioni nel macco ricordano che i vandali decidono costantemente di passare e di far finta di nulla, troppo irrispettosi del bene comune. Si sentono esploratori di altri tempi forse, se non fosse che a forza di arrampicarsi tra le grotte, provocano danni e piccoli crolli, oltre a mettere in pericolo se stessi; da ultimo, le grotte sono state usate come luogo per l’esplosione di petardi.

Dalla via Fanciulla d’Anzio cosa si vede? Un’area archeologica con una struttura per l’accoglienza, una sala vetrata sulla destra con una copia dell’Apollo del Belvedere del Vaticano ritrovato proprio ad Anzio (e nella quale l’effetto serra fa letteralmente mancare il respiro) e un percorso tra le rovine delimitato da cespugli curati. Ricordo di esserci stata ormai qualche anno fa (dopodiché solo da frequentatrice della spiaggia libera) insieme alla mia famiglia. L’archeologa sono io e mi trovai in difficoltà davanti a pannelli espositivi esigui, senza ricostruzioni sufficientemente chiare: soprattutto per chi non è del settore, risulta complicato comprendere in quale zona della villa si stia camminando, cosa si stia osservando, a cosa corrispondano quei pochi metri di muratura.

È evidente come l’area necessiti di un completo ripensamento, partendo prima di tutto dalla sorveglianza che, allo stato attuale, manca totalmente (ne è la prova la presenza costante e recidiva del tombarolo). Sorveglianza all’entrata dell’area, ma anche con la presenza di telecamere sulla spiaggia.

Personalmente non escluderei l’ipotesi di eliminare l’area di spiaggia libera per preservare correttamente i resti prospicienti il mare, creando un parco archeologico, dove poter inoltre condurre ulteriori ricerche (ne è un esempio l’antica città di Nora in Sardegna).

È recente la notizia riguardante l’ambizioso intervento di illuminazione artistica che valorizzerà il sito archeologico. Costituirà forse un primo passo verso una seria riqualificazione della zona? Ce lo auguriamo.

Idea progettuale per illuminazione dell’area archeologica (foto tratta dalla pagina Facebook del Comune di Anzio)

Cosa manca inoltre? Un percorso vero e proprio che unisca i poli archeologici e storici più importanti della cittadina, non solo d’estate nel corso della quale vengono attivate alcune iniziative, ma anche durante il resto dell’anno. Un turista che giunge ad Anzio si troverà davanti i resti di una villa di cui non comprenderà la morfologia (trovandone aperto l’accesso?); arriverà forse al parco di Villa Adele osservando un meraviglioso palazzetto bisognoso di restauro (a quanto sembra, in programma) che accoglie il Museo Civico Archeologico e, compresso in una sola stanzetta, il Museo dello Sbarco dove si perderà d’animo e darà un’occhiata veloce a quelle armi, alle divise, alle fotografie senza dedicar loro la giusta attenzione; si farà poi una passeggiata nelle pittoresche stradine interne, al porto (che solo durante l’estate è isola pedonale) per poi tornarsene a casa. Il turista non sa che esistono altri luoghi magnifici: il Vallo Volsco per esempio, la cisterna, o il teatro romano, senza dimenticare l’ipogeo di cui pochi conoscono l’esistenza e, infine, la riserva naturale di Tor Caldara.

Ma mentre il Vallo Volsco è visitabile, il teatro è chiuso e visibile solo dall’esterno; la cisterna è diventata uno spartitraffico, seppur illuminata; l’ipogeo pagano della gens Mulakia non è accessibile; Tor Caldara presenta molti problemi, come recentemente esaminato (link).

Sembrerebbe che il Paradiso sul Mare, su cui scrissi un approfondimento nel 2018, debba essere finalmente riqualificato, augurandoci che una parte venga dedicata, oltre che al passato cinematografico (come si vociferava), anche a quello storico e archeologico.

Infine, torniamo indietro alla spiaggia della villa di Nerone: una specie di molo, che molo non è, in cemento armato fa bella mostra di sé da anni senza una apparente funzione, senza essere mai stato terminato. Mi sono sempre domandata perché costruire un simile mostro in un’area che dovrebbe essere vincolata dal punto di vista archeologico e paesaggistico. Effettivamente, quell’arco di cemento avrebbe dovuto funzionare come barriera di protezione per i resti archeologici contro le mareggiate, ma la lingua grigia, alla fine, è soltanto un inutile residuo. Si tratta quindi di un progetto della Regione Lazio rimasto incompiuto; un’opera che, così com’è, rovina il paesaggio. Le soluzioni sono due: la totale eliminazione, con i conseguenti costi per l’abbattimento, considerando anche eventuali danni, oppure la ripresa del progetto originario che consenta al molo di assumere un aspetto esteticamente sostenibile, rendendolo finalmente frequentabile in sicurezza.

Anzio possiede del potenziale storico, paesaggistico, archeologico, turistico. Cosa occorre dunque? Una pianificazione, qualcuno che prenda in mano le redini della situazione e stabilisca interventi di sistematica manutenzione, sicurezza, fruibilità del patrimonio. L’operazione non è impossibile da effettuare e, certamente, un investimento del genere gioverebbe soltanto, ponendo così un termine a quel lento degrado che sta comportando la progressiva perdita di una preziosa memoria storica.

Sitografia essenziale:

Video ricostruttivo della villa imperiale: https://youtu.be/0x0k8QV1oVA

Anzio.net, La villa imperiale (Villa di Nerone): http://www.anzio.net/1/la_villa_imperiale_545152.html

Lazioturismo.it, Villa di Nerone ad Anzio (resti): http://www.lazioturismo.it/asp/scheda_archeo.asp?id=3

R. Cometti, L’ipogeo sepolcreto pagano di Anzio, in Le catacombe del Lazio. Ambiente, Arte e Cultura delle prime comunità cristiane, Padova 2006, pp. 101-104.

La riscoperta della Gens Mulakia, su Matrix96 (19.03.2012): http://www.matrix96.it/la-riscoperta-della-gens-mulakia/

F. Isman, La Villa perduta di Nerone, devastato da mareggiate e incuria il complesso di Anzio sta scomparendo, su Il Messaggero ( 10.05.2014): https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/roma/nerone_villa_anzio_devastato_scompare_roma-409247.html

L. Di Benedetto, Con la riapertura delle spiagge ricominciano gli scavi illegali alle Grotte di Nerone, su Il Corriere della Città (12.05.2020): https://www.ilcorrieredellacitta.com/news-anzio/anzio-con-la-riapertura-spiagge-ricominciano-gli-scavi-illegali-alle-grotte-di-nerone.html?fbclid=IwAR0ieiVKtjyX5uJd2mbrMPtCpcrXmM50FLkbXChJ9Vt5p764T91s0-uNBkg

Anzio, fanno esplodere i petardi nelle grotte di Nerone. Allertati i Carabinieri e Capitaneria, su Il Granchio.it (07.06.2020): https://ilgranchio.it/2020/06/07/anzio-fanno-esplodere-i-petardi-nelle-grotte-di-nerone-allertati-carabinieri-e-capitaneria/?fbclid=IwAR0tmFk2GeBJhU-16TvwIfay4Y_L_ggApI8mipQTEv0ufdikR0cLI0CaZ94

E. Marra, Nerone, nella sua Anzio la sua statua “controcorrente”, su TvSvizzera.it (01.08.2020): https://www.tvsvizzera.it/tvs/archeologia_nerone–nella-sua-anzio-la-sua-statua–controcorrente-/45937074?fbclid=IwAR1HncgzdqlAlist2O5-sSdTo_edPAFCsHKbqZxKyezO-kDGZCxinH-DzZM

Per la realizzazione del molo di Anzio. Il Comitato Villa di Nerone al Sindaco: “Valuti la costituzione contro la Icem”, su Il Caffè.tv di Anzio/Nettuno (17.08.2020): https://www.ilcaffe.tv/articolo/70056/il-comitato-villa-di-nerone-al-sindaco-valuti-la-costituzione-contro-la-icem?fbclid=IwAR0Mh-f7LquZNIuMSQFUFo0h1Q_VSMqUMVCdvXwkSX74EOfFBl0Qd1q8wig

Anzio, dal Ministero più di 7 milioni per il “Paradiso sul Mare”: avviato l’iter, su Il Faro online (17.09.2020): https://www.ilfaroonline.it/2020/09/17/anzio-dal-ministero-piu-di-7-milioni-per-il-paradiso-sul-mare-avviato-liter/364539/

F. Iacolare, Anzio, illuminazione artistica alle Grotte di Nerone e al Parco Archeologico, su Nonsolonautica (30.09.2020): https://nonsolonautica.it/30/09/2020/localita-di-mare/anzio-illuminazione-artistica-alle-grotte-di-nerone-e-al-parco-archeologico/?fbclid=IwAR0sVBpYLIkOgXB3T1cMt1FjJyVWxtrT8lH-R1L3STEpl6Rc3ykroafTOs8

V. A. Cumbo, La Riserva Naturale Regionale di Tor Caldara: salvaguardia o degrado?, su La Tutela del Patrimonio Culturale – Blog (07.10.2020): https://latpc.altervista.org/la-riserva-naturale-regionale-di-tor-caldara-salvaguardia-o-degrado/

C. Tondi, Il “molaccio” delle Grotte di Nerone approda in commissione Lavori Pubblici, su Città Insieme (14.10.2020): https://www.citta-insieme.it/il-molaccio-delle-grotte-di-nerone-approda-in-commissione-lavori-pubblici.htm?fbclid=IwAR1gFtiYqfRM_80OnY3ySLmp_voB5carbVDyiAobdwW4ZUTRHRYPB3muw_Y

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo

Scritto in data: 21 ottobre 2020

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About Cristina Cumbo 115 Articles
Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.