Il Cristo rotto di San Carlo all’Arena a Napoli: una storia di cura e di interesse verso il nostro patrimonio culturale

Il Cristo rotto di San Carlo all'Arena a Napoli (Peppe Guida, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons)

Siamo a Napoli. Sentiamo parlare di una scultura soprannominata ora il Cristo rotto, ora il Cristo ferito, ora il Cristo arremeriato (dal napoletano “rimediato”), conservata nella chiesa di San Carlo all’Arena. Non si sta parlando del più celebre Cristo velato di Giuseppe Sammartino nel museo/cappella di Sansevero nella stessa città, scultura del Settecento nota per lo straordinario effetto del panno, apparentemente bagnato, scolpito sul corpo senza vita di Gesù.

Incuriositi, ci introduciamo così in San Carlo all’Arena per capire meglio di cosa si tratti. Ebbene, in una cappella, al di là di una cancellata, vediamo posizionata su di un piano inclinato, ricoperto di stoffa rossa, una statua in marmo dall’aspetto piuttosto peculiare.

Napoli, San Carlo all’Arena, il Cristo rotto di Michelangelo Naccherino (foto di Marco Abbatiello)

Essa non ha infatti più le braccia ed una serie di crepe corre lungo tutto il corpo. Approfondendo questa storia, veniamo a sapere che il suo autore fu lo scultore fiorentino Michelangelo Naccherino nella seconda metà del Cinquecento – artefice già di opere come la Fontana del Gigante sul lungomare della città – per la Basilica del Santo Spirito in Via Toledo.

L’artista è poco noto ai più, ma approfondendone la formazione e la carriera si scopre che questi, ricevuto a Firenze l’insegnamento del Giambologna, giunse a Napoli all’età di 23 anni rimanendovi fino agli ultimi suoi giorni. La città partenopea gli offrì così la possibilità di sviluppare le sue innate doti artistiche, collaborando con noti scultori come Pietro Bernini, padre del famoso Gian Lorenzo. In poco tempo il Naccherino, divenuto inoltre scultore di corte, realizzò il Crocifisso napoletano che, a vederne il volto, ricorderà certamente al lettore quello della Pietà di Michelangelo Buonarroti in San Pietro a Roma.

È a partire dal Settecento, quando la chiesa di Santo Spirito venne sottoposta a restauro, che la vita del Cristo iniziò a farsi travagliata: dopo un secolo, infatti, esso venne ritrovato all’interno di uno sgabuzzino dell’edificio, posto forse lì per preservarlo dai lavori, e a scoprirlo fu uno scultore del tempo che ordinò immediatamente di risarcirne le dita dei piedi del tutto rotte. Poco tempo dopo, nel 1836, si decise che la scultura venisse trasferita nell’attuale chiesa di San Carlo all’Arena, poco distante da Piazza Cavour. Purtroppo, nel 1923, la struttura fu colpita da un forte incendio e le fiamme, divorando il legno della croce, provocarono la caduta a terra dell’opera: è a questo punto che il Crocifisso di Naccherino si distrusse in mille pezzi. Fu però la forza della fede e della volontà di un gruppo di fedeli a recuperare ogni singolo frammento della statua che, come un ammalato in ospedale, ricevette le cure necessarie perché tornasse come prima. Si precisa che al tempo non esistevano certo le conoscenze e le tecniche del restauro odierno ed ancora non era sorto l’Istituto Centrale del Restauro che, con la sua venuta, avrebbe scritto la storia di questa professione in Italia (link); tuttavia, non si può che rimanere affascinati e colpiti dalla spontaneità di certi gesti finalizzati, diremmo noi, affinché un bene culturale possa continuare ad essere fruito dalle generazioni future. Ecco spiegata in sintesi la travagliata storia di questa scultura ed il perché del suo nome.

Si viene infine a conoscenza che, recentemente, sono state condotte operazioni di restauro, restituendo, lo scorso anno, la tanto venerata scultura al culto dei fedeli.

Bibliografia:

A. Parronchi, Sculture e progetti di Michelangelo Nacherino, in Prospettiva, XX, (Gennaio 1980), pp. 34-46.

Sitografia:

Cristo crocifisso e chiesa di San Carlo all’Arena a Napoli (17.12.2019): https://www.napoli-turistica.com/cristo-crocifisso-e-chiesa-di-san-carlo-allarena-a-napoli/

Il Cristo rotto e la sua storia misteriosa (10.07.2022): https://grandecampania.it/il-cristo-rotto/

Il realismo sconcertante del “Cristo ferito” della chiesa di San Carlo all’Arena (27.04.2021): https://www.napolitoday.it/cultura/cristo-ferito-san-carlo-all-arena.html

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Giulia Abbatiello

Scritto in data: 16 ottobre 2022

Foto di copertina: Il Cristo rotto di San Carlo all’Arena a Napoli (Peppe Guida, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)

Per quel che riguarda la foto di Marco Abbatiello, gentilmente concesse per la redazione dell’articolo, ne è vietata la diffusione senza l’esplicito consenso dell’autore e/o l’indicazione dei credits fotografici, nonché del link relativo al presente articolo.

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About Giulia Abbatiello 31 Articles
Storica dell’arte. Ha frequentato il corso di Master annuale di II Livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale”, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici presso l’Università degli Studi di "Roma Tre", e ha conseguito il diploma di Specializzazione in Biblioteconomia presso la Scuola Vaticana.