Il doppio recupero del Ritratto di uomo con lettera di Hans Memling

Il ritratto di quest’uomo, di cui non conosciamo l’identità, rappresentato di tre quarti sullo sfondo di un paesaggio, secondo l’impostazione fiamminga che si diffuse anche in Italia e influenzò la ritrattistica del tardo Quattrocento, è stato oggetto di ben due recuperi nel giro di poco più di venti anni: il primo nel 1948 e il secondo nel 1973.

Vediamo, quindi, in quali circostanze e perché si sono rese necessarie queste azioni di recupero.

L’11 giugno 1941 l’allora Ministro degli Affari Esteri, Galeazzo Ciano, scriveva al Ministro dell’Educazione Nazionale, Giuseppe Bottai, per informare del desiderio espresso da Hitler a Mussolini di acquistare ed esportare il Ritratto di uomo realizzato da Hans Memling e appartenente al principe Carlo Andrea Corsini di Firenze. Bottai predispose tutto quanto necessario secondo le volontà espresse da Mussolini per conto di Hitler, eccezion fatta per la tassa di esportazione che non poteva essere elusa e non senza sottolineare quanto grande sarebbe stata la perdita per il nostro patrimonio culturale, soprattutto in termini di testimonianza storica dei rapporti tra l’Italia e il resto dell’Europa. Il problema della tassa di esportazione si risolse con il pagamento della stessa da parte del Governo Italiano, che, in pratica, pagava se stesso per autorizzare l’uscita dell’opera dal territorio nazionale. Così il 5 settembre 1941 la Sovrintendenza alle Gallerie Fiorentine rilasciava il permesso d’esportazione e il principe Corsini spediva personalmente l’opera in Germania.

Dalla documentazione del Central Collcting Point si evince che l’opera finì a Linz e da lì arrivò a Monaco nel 1945. Venne restituita all’Italia, con diverse difficoltà, insieme ad altri 38 capolavori, tra cui il Discobolo Lancellotti, nel 1948.

Rodolfo Siviero con il Ritratto di uomo con lettera di Hans Memling. Da notare la disinvoltura con la quale Siviero tiene in mano l’opera e vi avvicina la sigaretta. Questo suo modo di fare, come l’abitudine di trattenere presso il proprio ufficio in via degli Astalli a Roma oppure presso la propria abitazione fiorentina, furono spesso motivo di aspre critiche nei suoi confronti e del suo operato (fonte immagine: Archivio fotografico del Museo Casa Rodolfo Siviero)

Il Memling venne esposto alle due Mostre Nazionali delle opere d’arte recuperate in Germania del 1950 a Palazzo Venezia (Roma) e del 1952 a Palazzo Vecchio (Firenze). Rimase in deposito nel palazzo comunale fiorentino insieme alle altre opere recuperate e ad altre che tornarono in Italia nel 1954. Già si delineava, infatti, il progetto di Rodolfo Siviero di un museo che raccogliesse tutte assieme le opere recuperate e lo facesse nella città di Firenze, per ripagarla degli ingenti danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale.

In Italia, però, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 i furti di opere d’arte si moltiplicano. Così il Memling venne rubato proprio da Palazzo Vecchio la notte tra il 10 e l’11 marzo 1971 e, con esso, anche la Madonna con Bambino di Masaccio.  Siviero riuscì a recuperare, di nuovo, i due capolavori, individuando ladri, intermediari e mandanti grazie ai suoi collaboratori, inseriti nei punti strategici del mercato d’arte mondiale.

Il fenomeno dei furti d’arte di quegli anni in Italia era di portata veramente molto ampia. Denunciavano la cosa, con interviste rilasciate a testate giornalistiche, personalità di un certo calibro come Cesare Brandi, Giulio Carlo Argan e lo stesso Siviero. L’opinione pubblica e la legislazione, però, non reagivano con altrettanta veemenza. La vastità del patrimonio artistico, archeologico e culturale italiano non erano (e non sono!) il problema. Lo erano (soprattutto allora, ma talvolta lo sono ancora adesso) la mancanza di personale di custodia; la inefficienza, quando addirittura la completa assenza di sistemi d’allarme, in chiese, musei, parchi archeologici; un catalogo completo e sistematico di tutti i beni costituenti il patrimonio culturale italiano.

Questo breve elenco non vuole essere esaustivo,  ma quelle elencate devono intendersi solo come le mancanze più gravi del sistema di tutela e salvaguardia dei beni storico-artistici in Italia. Molte altre sono le criticità relative all’ argomento trattato e numerose quelle emerse anche dopo gli anni ’70 del Novecento e negli ultimi anni del nuovo Millennio.

Bibliografia

E. Accorsi, a cura di, Arte e fotografie negli archivi di Giorgio Castelfranco e Rodolfo Siviero, catalogo della mostra, Museo Casa Rodolfo Siviero, Firenze, 21 gennaio – 28 febbraio 2017, Pacini Editore, Pisa, 2017.

F. Bottari, Rodolfo Siviero. Avventure e recuperi del più grande agente segreto dell’arte, Castelvecchi, Roma, 2013.

B. Paolozzi Strozzi, F. Scalia (a cura di), L’opera ritrovata: omaggio a Rodolfo Siviero, Firenze, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Vecchio, dal 29 giugno 1984), Cantini Edizioni d’arte, 1984.

S. Pasquinucci (a cura di), La tutela tricolore, Firenze, Uffizi, Aula Magliabechiana, 19 dicembre 2016 – 14 febbraio 2017, catalogo della mostra, Sillabe, Firenze, 2017.

Sitografia

Catalogo online dei Beni Culturali italiani: https://www.beni-culturali.eu/opere_d_arte/scheda/-ritratto-d-uomo-memling-hans-1433-ca-1494-09-00292965/396259.

Database on the “Munich Central Collecting Point”, consultabile al sito web del Deutsches Historisches Museum: https://www.dhm.de/datenbank/ccp/dhm_ccp.php?seite=6&is_fulltext=true&fulltext=memling+corsini&suchen=Ricerca+rapida&modus=rechts.

Inventario “1890” consultabile online al sito web dell’ ex Polo Museale Fiorentino: http://www.polomuseale.firenze.it/inv1890/scheda.asp?position=1&ninv=9970.

Sito web del Museo Casa Rodolfo Siviero: http://www.museocasasiviero.it/ww4_siviero/applications/webwork/site_siviero/local/portlet/wp_scroll_gallery.jsp?&gallId=100&fileId=90&PTID=20&pageId=7&width=630&ajax=yes.

NARA, Records Concerning the Central Collecting Points (“Ardelia Hall Collection”): Munich Central Collecting Point, 1945-1951, https://www.fold3.com/image/269996204.

Autore della scheda “Recuperi famosi” per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Caterina Zaru

Scritto in data: 29 maggio 2020

Il contributo è scaricabile in formato pdf al seguente link.

La Regione Toscana, proprietaria del Museo Casa Siviero e di tutte le opere e i documenti lì conservati, concede alla dott.ssa Caterina Zaru le immagini digitalizzate delle stampe fotografiche conservate a Casa Siviero per essere utilizzate a scopo illustrativo sul blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”.

Le immagini, delle quali è indicata la fonte, sono inserite per puro scopo illustrativo e senza alcun fine di lucro.

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