Il recupero della croce di Visso

Nella notte tra il 26 e il 27 giugno 1973 veniva rubata una croce tardogotica di proporzioni monumentali in lamina d’argento e smalti dalla chiesa di Santa Maria a Visso, in provincia di Macerata. L’opera sarà recuperata due anni più tardi, nel maggio del 1975, da Rodolfo Siviero.

La croce astile, di manifattura abruzzese, venne rubata insieme ad altri oggetti preziosi: sei candelieri, due lampade, un crocifisso in legno, una navicella in argento .

Dopo aver girato per molti paesi dell’Europa Settentrionale, la croce era finita in Svizzera, a Lugano, dove era stata acquistata da un ricchissimo industriale e collezionista per 300 milioni di lire. Egli accettò, senza opporre particolare resistenza, di restituire la croce a patto che non si rendesse noto il suo nome e che egli non venisse denunciato come ricettatore. Un compromesso che venne accettato anche per evitare lo scandalo pubblico. Non è da escludere, che il facoltoso industriale non fosse realmente a conoscenza del fatto che la croce era stata rubata da una chiesa italiana.

Rodolfo Siviero con la croce recuperata presso la sede della Delegazione per le restituzioni (fonte immagine: D. Corsini, A. Tori, a cura di, Quando ritrovo qualcosa di bello… croci, campane e altri oggetti liturgici, catalogo della mostra, Museo Casa Rodolfo Siviero, Firenze, 28 gennaio – 25 aprile 2012, Centro Stampa Giunta Regione Toscana, Firenze, 2012).

Scriveva Rodolfo Siviero il 4 giugno 1975 nel suo diario, con soddisfazione per aver recuperato la croce di Visso:

«L’aveva un tedesco tanto per cambiare e con piacere gliel’ho levata di mano! Quando ritrovo qualcosa di bello dopo che è stato nascosto per lungo tempo, per un momento provo la gioia di averlo resuscitato».

Siviero, che credeva fortemente in una “seconda vita” delle opere dopo il loro recupero – lo si evince dalle sue stesse parole – si occupò, anche in questo caso, del restauro della croce di Visso. Incaricò, così, un restauratore di fiducia, un certo Bino Bini di Firenze, di occuparsene sotto la supervisione del laboratorio di restauro della Soprintendenza fiorentina. E fu proprio Siviero che fece inserire una scultura di marmo erratico rinascimentale, con delfini, festoni e grifoni, per fare da base alla croce nella sua futura esposizione museale. Un accostamento bizzarro ma che ha donato ulteriore bellezza alla croce astile di Visso. A conclusione del restauro, nel 1979, l’opera fu esposta a Urbino e Siviero curò la relativa scheda di catalogo.

Inoltre, data l’importanza di questa e di molte altre opere d’arte sacra conservate nelle chiese di Visso e visti i diversi furti di opere d’arte susseguitisi tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, non solo nella cittadina delle Marche, ma un po’ in tutta Italia, Siviero si attivò per far costruire un museo dove custodire tutti quei preziosi ormai considerati a rischio. Nacque così il Museo Civico Diocesano di Visso, che aprì al pubblico nel 1983 e che custodisce ancora oggi la croce recuperata.

Recto della croce recuperata da Siviero e oggi esposta presso il Museo Civico Diocesano di Visso (fonte immagine: Sailko, CC BY 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by/3.0, via Wikimedia Commons)
Verso della croce recuperata da Siviero e oggi esposta presso il Museo Civico Diocesano di Visso (fonte immagine: Sailko, CC BY 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by/3.0, via Wikimedia Commons).

Spesso Siviero, durante la sua lunga carriera, fu impegnato nel recupero di oggetti liturgici, in primis quelli trafugati dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. In L’Opera da ritrovare, catalogo delle opere d’arte e preziosi dispersi durante la guerra e ancora da recuperare, si trovano elencati, insieme a dipinti e sculture, anche oggetti liturgici. A solo titolo esemplificativo si segnalano: un’altra croce astile, quella di San Pietro Avellana, trafugata dai nazisti nel 1943; l’altare dell’Impruneta, anch’esso asportato dai tedeschi, nel 1944; venticinque calici della raccolta Dello Strologo.

Ecco, quindi, che appare evidente quanto il lavoro di Siviero e di tutti coloro che si sono adoperati e si adoperano per la salvaguardia e il recupero delle opere d’arte durante i conflitti armati e non solo, non sia ancora concluso. È anzi doveroso che venga portato avanti in un’ottica di tutela del patrimonio storico-artistico italiano.

Bibliografia

F. Bottari, Rodolfo Siviero. Avventure e recuperi del più grande agente segreto dell’arte, Castelvecchi, Roma, 2013.

D. Corsini, A. Tori (a cura di), Quando ritrovo qualcosa di bello… croci, campane e altri oggetti liturgici, catalogo della mostra, Museo Casa Rodolfo Siviero, Firenze, 28 gennaio – 25 aprile 2012, Centro Stampa Giunta Regione Toscana, Firenze, 2012.

L. Morozzi, R. Paris (a cura di), L’Opera da Ritrovare, Repertorio del Patrimonio Artistico italiano disperso all’epoca della Seconda guerra mondiale, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1995.

Sitografia

Sito web del Museo di Casa Rodolfo Siviero, www.museocasasiviero.it.

Sito web di Regione Marche, www.regione.marche.it.

Autore della scheda “Recuperi famosi” per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Caterina Zaru

La Regione Toscana, proprietaria del Museo Casa Siviero e di tutte le opere e i documenti lì conservati, concede alla dott.ssa Caterina Zaru le immagini digitalizzate delle stampe fotografiche conservate a Casa Siviero per essere utilizzate a scopo illustrativo sul blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”.

Le immagini, delle quali è indicata la fonte, sono inserite per puro scopo illustrativo e senza alcun fine di lucro.

Scritto in data: 12 giugno 2020

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