Libri rubati, scomparsi o distrutti: recensione al volume di Giorgio Van Straten “Storie di libri perduti”

Foto di Suzy Hazelwood (da: https://www.pexels.com/)

«I libri perduti sono quelli che sono esistiti e ora non ci sono più. Non sono quindi libri dimenticati che, come succede alla maggior parte degli uomini, scompaiono a poco a poco dal ricordo di chi li ha letti, evaporano dalle storie della letteratura, svaniscono insieme all’esistenza dei loro autori. Quei libri è possibile trovarli in qualche fondo di biblioteca e un editore curioso li potrebbe sempre ristampare. Magari nessuno ne sa più niente, ma ci sono ancora. E non sono neppure quelli mai nati; pensati, attesi e sognati, ma che le circostanze hanno impedito di scrivere. Certo, anche in questo caso siamo di fronte a una mancanza, a un vuoto che non si può più riempire. Ma si tratta di libri che non sono mai esistiti.
Per me i libri perduti sono quelli che l’autore ha scritto, anche se qualche volta non è riuscito a finirli; sono libri che qualcuno ha visto, magari ha anche letto, e che poi sono stati distrutti o dei quali non si è saputo più niente».

Libri perduti, quindi, oppure scomparsi, distrutti, per opera dello stesso autore, o di chi è sopravvissuto alla sua morte. Libri dei quali si conosce qualcosa, ma non abbastanza per ritrovarli – qualora esistano ancora -, oppure ormai persi per sempre, bruciati tra le fiamme. E non dobbiamo pensare soltanto ad episodi storici che hanno segnato la nostra memoria, come i roghi dei libri nella Germania nazista.

Giorgio Van Straten percorre a ritroso i momenti che hanno condotto alcuni famosi autori a perdere per sempre le loro opere: Romano Bilenchi, George Gordon Byron, Ernest Hemingway, Bruno Schulz, Nikolaj Gogol’, Malcom Lowry, Walter Benjamin, Sylvia Plath. Coniugi che hanno distrutto opere intere o pagine di libri giunti in eredità; libri scomparsi per censurare l’allora inaccettabile e contro legge omosessualità, nonché una relazione incestuosa; valigie rubate per caso, contenenti manoscritti importantissimi, e mai ritrovate (e qui, in realtà, ci si potrebbe domandare se tali opere esistano ancora, conservate chissà dove); parole dissoltesi a causa di eventi esterni, come può essere un incendio.

Nonostante tali opere non esistano più, la loro memoria, in qualche modo, si è conservata. Ed ecco che Van Straten si inserisce proprio qui, mettendo insieme i vari tasselli, cercando quelle rimanenze di poche righe nascoste in testi altri e di altri autori. Ne emerge un “libro che parla di libri”, un piccolo affascinante itinerario svolto attraverso le storie personali e i dettagli familiari, a volte persino intimi, degli otto scrittori selezionati che hanno condotto a una perdita letteraria, documentaria, suscitando paradossalmente curiosità e alimentando, talvolta, una “caccia al tesoro” senza tempo.

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo

Scritto in data: 29 dicembre 2022

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About Cristina Cumbo 117 Articles
Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.