
«I libri perduti sono quelli che sono esistiti e ora non ci sono più. Non sono quindi libri dimenticati che, come succede alla maggior parte degli uomini, scompaiono a poco a poco dal ricordo di chi li ha letti, evaporano dalle storie della letteratura, svaniscono insieme all’esistenza dei loro autori. Quei libri è possibile trovarli in qualche fondo di biblioteca e un editore curioso li potrebbe sempre ristampare. Magari nessuno ne sa più niente, ma ci sono ancora. E non sono neppure quelli mai nati; pensati, attesi e sognati, ma che le circostanze hanno impedito di scrivere. Certo, anche in questo caso siamo di fronte a una mancanza, a un vuoto che non si può più riempire. Ma si tratta di libri che non sono mai esistiti.
Per me i libri perduti sono quelli che l’autore ha scritto, anche se qualche volta non è riuscito a finirli; sono libri che qualcuno ha visto, magari ha anche letto, e che poi sono stati distrutti o dei quali non si è saputo più niente».

Libri perduti, quindi, oppure scomparsi, distrutti, per opera dello stesso autore, o di chi è sopravvissuto alla sua morte. Libri dei quali si conosce qualcosa, ma non abbastanza per ritrovarli – qualora esistano ancora -, oppure ormai persi per sempre, bruciati tra le fiamme. E non dobbiamo pensare soltanto ad episodi storici che hanno segnato la nostra memoria, come i roghi dei libri nella Germania nazista.
Giorgio Van Straten percorre a ritroso i momenti che hanno condotto alcuni famosi autori a perdere per sempre le loro opere: Romano Bilenchi, George Gordon Byron, Ernest Hemingway, Bruno Schulz, Nikolaj Gogol’, Malcom Lowry, Walter Benjamin, Sylvia Plath. Coniugi che hanno distrutto opere intere o pagine di libri giunti in eredità; libri scomparsi per censurare l’allora inaccettabile e contro legge omosessualità, nonché una relazione incestuosa; valigie rubate per caso, contenenti manoscritti importantissimi, e mai ritrovate (e qui, in realtà, ci si potrebbe domandare se tali opere esistano ancora, conservate chissà dove); parole dissoltesi a causa di eventi esterni, come può essere un incendio.
Nonostante tali opere non esistano più, la loro memoria, in qualche modo, si è conservata. Ed ecco che Van Straten si inserisce proprio qui, mettendo insieme i vari tasselli, cercando quelle rimanenze di poche righe nascoste in testi altri e di altri autori. Ne emerge un “libro che parla di libri”, un piccolo affascinante itinerario svolto attraverso le storie personali e i dettagli familiari, a volte persino intimi, degli otto scrittori selezionati che hanno condotto a una perdita letteraria, documentaria, suscitando paradossalmente curiosità e alimentando, talvolta, una “caccia al tesoro” senza tempo.
Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo
Scritto in data: 29 dicembre 2022
Il contributo è scaricabile in formato pdf al seguente link.

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