Trapezoforo (sostegno di mensa) con grifoni che sbranano una cerva
Datazione: IV secolo a.C. circa
Materiale: marmo policromo
Dimensioni: 95 cm di altezza; 148 cm di lunghezza
I grifi presentano il corpo slanciato del leone e la testa di un drago, corredata da cresta rossa e ali dalle piume azzurre. I due animali mitologici sono scolpiti nell’atto di azzannare una cerva, ormai distesa e bloccata a terra dai loro artigli.
Il trapezoforo venne ritrovato nel corso di scavi clandestini, effettuati negli anni Settanta del secolo scorso (1976-1978) nella zona di Ascoli Satriano. Il reperto faceva parte di un corredo funerario, composto da 21 pezzi, immediatamente smembrato.
Il prezioso reperto fu venduto dai tombaroli al famoso mercante d’arte, Giacomo Medici, giungendo in seguito, attraverso la mediazione del trafficante internazionale R. Symes, al magnate M. Tempelsman.
Symes non uscì di scena: ancora una volta, tramite la sua attività, il trapezoforo fu venduto al Getty Museum di Malibu insieme a un altro magnifico reperto, una statua di Apollo con grifo. Intanto, il curatore della sezione di arte antica del Getty, A. Houghton, era venuto a conoscenza della provenienza illegale dei manufatti acquistati da Tempelsman dallo stesso Medici. Era il 1985.
Dieci anni più tardi, nel 1995, un maxisequestro nel caveau di Medici presso il Porto Franco di Ginevra, permette di scoprire migliaia di reperti, ma anche numerose foto. Tra queste, vi era anche quella del trapezoforo frammentario.
Scatta l’indagine che conduce a Savino Berardi, il tombarolo, che quasi in punto di morte, ormai nel 2002, rivela ai Carabinieri di aver ritrovato il trapezoforo insieme ad altri reperti, alcuni dei quali immediatamente sequestrati dalla Guardia di Finanza.
Cercando negli archivi della ex Pretura, i Carabinieri trovano dunque i documenti del 1978, giungendo a una cassa di materiali contenente 19 pezzi di marmo sequestrati a un tale Berardi e conservata nei magazzini della Soprintendenza di Foggia.
Nel maggio 2006 la vicenda si intreccia con il processo al trafficante d’arte Robert Hecht e alla nuova curatrice del Getty Museum, Marion True. Solo nel 2007 il trapezoforo di Ascoli Satriano poté tornare in Italia. Attualmente è conservato presso il Polo Museale di Ascoli Satriano.
Bibliografia essenziale:
- F. Isman, Il Getty Museum restituisce la tomba di Ascoli Satriano: il ritorno dell’arte perduta, su Il Messaggero (17.11.2012).
- Scheda 112, Sostegno di mensa (trapezophoros) con due grifi che sbranano una cerva, in S. Pasquinucci (a cura di), La tutela del patrimonio culturale. Il modello italiano 1969-2019, De Luca Editori d’Arte, Roma 2019, pp. 213-214.
- Sito della Città di Ascoli Satriano
Video:
Autore della scheda “Recuperi famosi” per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo
Le immagini sono inserite per puro scopo illustrativo e senza alcun fine di lucro.
Scritto in data: 24 giugno 2020
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