Quegli affreschi di Palazzo Massimo alle Colonne

Palazzo Massimo alle Colonne (foto di Cristina Cumbo)

Palazzo Massimo alle Colonne è uno storico edificio romano, collocato lungo Corso Vittorio Emanuele II.

La prima costruzione risalirebbe al XV secolo, sebbene ciò che oggi possiamo ammirare è la versione dell’architetto Baldassare Peruzzi, chiamato infatti nel 1532 a restaurare e ad ampliare il nucleo preesistente a seguito dei danni riportati dal passaggio dei Lanzichenecchi cinque anni prima.

Il nome deriverebbe, oltre che dalla esigenza di distinguere le varie proprietà della famiglia dei Massimo in città, dalla presenza di una serie di colonne provenienti dal distrutto Odeon di Domiziano – su cui l’edificio insiste parzialmente – e di cui, ad oggi, ne rimane forse un esempio collocato nella retrostante Piazza de’ Massimi.

Ebbene, è proprio qui che si vuole porre l’attenzione, cioè sulla facciata retrostante del Palazzo, per via dell’attuale stato di degrado in cui versano le sue pitture a monocromo; infatti, nello stesso periodo in cui fu chiamato Peruzzi, Polidoro da Caravaggio ricevette l’ordine di abbellire quel lato dell’edificio in occasione delle nozze tra Angelo Massimo ed Antonietta Planca Incoronati.

Alcuni di questi affreschi sembrerebbero essere stati individuati ora nella scena dello Sposalizio della Vergine, ora in quella dell’Uccisione di Oloferne, ora in un episodio della Vita di Esther, ora in un combattimento; ma, davvero, crediamo sia giusto utilizzare qui il condizionale dal momento in cui l’opera versa in un cattivo stato di conservazione, scomparendo, lentamente, davanti ai nostri occhi.

Facciata di Palazzo Massimo alle colonne con pitture monocrome (foto di Cristina Cumbo)

In quegli stessi anni, Polidoro da Caravaggio, insieme al collega Maturino da Firenze, si era già approcciato al monocromo per decorare l’esterno di un altro edificio, Palazzo Ricci in Piazza de’ Ricci: pur essendo state soggette a restauri incisivi – oltre che ad una parziale rimozione –, queste pitture conservano ancora, in parte, il ciclo con alcuni degli episodi della leggenda di Muzio Scevola; la bellezza di alcuni di questi particolari ci fa dunque, malinconicamente, portare di nuovo col pensiero agli affreschi di Palazzo Massimo alle Colonne, immaginandone un risultato analogo se non addirittura migliore.

Roma, Facciata di Palazzo Massimo alle Colonne (foto di Cristina Cumbo)

Quattro anni fa, Italia Nostra aveva già segnalato il fatto; oggi lo facciamo di nuovo, con l’augurio che, presto, questo bene possa essere tutelato.

Sitografia consultata:

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Giulia Abbatiello

Foto di Cristina Cumbo. Ne è vietata la diffusione senza l’esplicito consenso dell’autrice e/o l’indicazione dei credits fotografici, nonché del link relativo al presente articolo.

Scritto in data: 20 novembre 2020

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About Giulia Abbatiello 31 Articles
Storica dell'arte, Bibliotecaria e abilitata all'insegnamento della Storia dell'Arte (classe A-54) nelle scuole secondarie di secondo grado. Si laurea nel 2020 in Storia dell'Arte con 110 e lode all’Università degli Studi di Roma "La Sapienza". L'anno successivo consegue il diploma di Master di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” presso l'Università degli Studi di “Roma Tre”. Diplomatasi presso la Scuola Vaticana di Biblioteconomia (2023), ha preso parte al al progetto di catalogazione del libro antico del Fondo "Antichi e Rari" della Biblioteca della Pontificia Università Gregoriana e collabora attualmente al progetto di catalogazione dei manoscritti miniati del Fondo "Urbinate" nell’ambito del “Censimento e catalogazione dei manoscritti miniati della Biblioteca Apostolica Vaticana”, sostenuto dall’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e dall’Università degli Studi della Tuscia.