Museo delle Civiltà di Roma: i Carabinieri del Nucleo TPC di Venezia consegnano 2 reperti archeologici mesoamericani recuperati

Nel magnifico scenario del Museo delle Civiltà (MuCiv) di Roma, nel quartiere Eur, si è svolta stamattina la conferenza stampa di presentazione di 2 reperti archeologici mesoamericani, oggetto di ricettazione, recuperati dai Carabinieri del Nucleo TPC di Venezia.

Si tratta, nello specifico, di un pendente in oro a doppia figura della cultura del Gran Coclé di Panama (650-1520 d.C.), raffigurante due guerrieri in atto di ostentare un’insegna di guerra e un lancia-dardi. Il reperto faceva verosimilmente parte di un corredo funebre appartenuto a un personaggio di alto rango, forse un capo, un sacerdote o uno sciamano.

L’altro manufatto è, invece, una statuina fittile appartenente alla cultura Nayarit, del Messico nord-occidentale (100 a.C.-300 d.C.), facente anch’essa parte di un corredo funerario e realizzata con ceramica a impasto rossiccio, ingobbiatura in bianco crema e tracce di pittura in rosso. La figura rappresenta una donna inginocchiata, con gli arti superiori abbozzati e protesi in avanti; indossa una collana a più giri, composta da grani circolari e un ornamento nasale a forma di mezza luna.

Sono entrambi reperti rari che, nell’ambito di questo importante recupero, vengono restituiti alla comunità. La dott.ssa Francesca Manuela Anzelmo – funzionaria storica dell’arte e curatrice delle collezioni delle Americhe presso il MuCiv – introduce e modera, sottolineando l’importanza del binomio costituito dalla definizione “patrimonio dell’umanità” e di come le azioni di tutela precedano e siano strettamente congiunte a quelle di valorizzazione e conservazione.

In questa vicenda sono state coinvolte più istituzioni: la Soprintendenza, quindi il Ministero della Cultura; il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale; il Museo delle Civiltà; infine, l’Università degli Studi di Roma Tre, nello specifico il Laboratorio del Falso.

A tal proposito, è la prof.ssa Giuliana Calcani – Direttrice del Laboratorio – a prendere parola. Da anni ormai (dal 2013 precisamente) l’Università degli Studi di Roma Tre collabora con il Comando Carabinieri TPC, prima con le edizioni dei corsi di perfezionamento, poi con i master annuali e biennali di II livello. Un legame duraturo e produttivo, che punta a formare professionisti ampliando i loro orizzonti. Il Comando, infatti, nell’effettuare i recuperi, restituisce alla comunità reperti e, in generale, opere che presentano caratteristiche interessanti, ma che non sono presenti nei comuni manuali di storia dell’arte. Solamente questa attività, svolta di concerto tra i militari dell’Arma e l’Università, consente ai professionisti che abbracciano la strada dei master di poter venire in contatto con una realtà culturale più ampia.

Nel caso dei 2 recuperi del Nucleo TPC di Venezia, il pendente in oro è stato sottoposto ad esami specifici per poterne verificare l’autenticità.

Ma in quale contesto sono stati recuperati questi manufatti? La dott.ssa Sara Bini, funzionaria archeologa della SABAP per il Comune di Venezia e Laguna, e il Magg. Emanuele Meleleo, comandante del Nucleo TPC di Venezia, forniscono ulteriori particolari.

Nel 2020 i Carabinieri procedono al controllo di alcune collezioni già note, nel sestiere San Marco a Venezia. Nell’ambito di queste attività, vengono individuati i 2 reperti, usciti negli anni ’80 del secolo scorso da Panama e dal Messico. La normativa internazionale non permetteva, all’epoca, di tutelarli, ma per l’Italia già si configurava un reato. Si è proceduto, quindi, con il sequestro e poi con la restituzione.

Insieme ai 2 manufatti, sono stati sequestrati anche una trentina di vasi, attualmente oggetto di studio, che saranno restituiti e collocati in una sede idonea.

Quale valore commerciale possono avere questi reperti? Una domanda lecita che in molti si pongono, ogniqualvolta in cui un bene culturale viene recuperato dai Carabinieri. La risposta è molto semplice e complessa al tempo stesso: un valore inestimabile, ma certamente altrettanto elevato di civiltà.

Il MuCiv, noto per le sue collezioni etnografiche extraeuropee, è certamente il luogo più adatto per valorizzare i due reperti che fungeranno anche da “gancio” culturale con le comunità che oggi abitano quei territori. Ecco che un museo non è solo “contenitore”, ma un luogo vivo, di incontro e di scambio di valori. Lo specifica bene Andrea Villani, direttore del museo, il quale con molto orgoglio riferisce che sono i più piccoli ad avere un grande spazio al MuCiv, tra visite e attività dedicate.

A terminare l’incontro, sono infatti entrati casualmente i primi giovanissimi visitatori: quei reperti recuperati, muti all’interno di una collezione privata, prendono nuovamente vita, narrando così una storia e sottolineando l’importanza di tutelare il patrimonio culturale davanti agli sguardi emozionati e curiosi di alcuni alunni di 3° elementare dell’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone di Roma.

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo

Scritto in data: 23 aprile 2024

Foto di Cristina Cumbo. Ne è assolutamente vietata la diffusione senza l’esplicito consenso dell’autrice e/o l’indicazione dei credits fotografici, nonché del link relativo al presente articolo.

Nota: i volti dei minori ritratti in foto sono stati pixellati.

Segue il comunicato stampa ufficiale del Comando Carabinieri TPC.

I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale consegnano al Museo delle Civiltà due reperti mesoamericani

Nella mattina odierna presso il Museo delle Civiltà di Roma, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia ha consegnato al direttore del museo 2 importantissimi reperti archeologici mesoamericani.

Presentato il pendente in oro a doppia figura della cultura del Gran Coclé di Panama (650-1520 d.C.) che raffigura due guerrieri in atto di ostentare, ciascuno, un’insegna da guerra e un lancia-dardi. Il reperto è verosimilmente parte di un corredo funebre di un personaggio di alto rango, quale un capo, un sacerdote o uno sciamano. A fronte della raffinata fattura, della rarità nelle raccolte italiane e della rilevante testimonianza dell’arte precolombiana dell’America Centrale, su proposta del Nucleo CC TPC di Venezia e istruttoria della Soprintendenza ABAP di Venezia, il Segretariato Regionale del Veneto ne ha dichiarato l’interesse particolarmente importante previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

Vi è poi la statuina fittile appartenente alla cultura Nayarit, Messico nord-occidentale (100 a.C. – 300 d.C.), anch’essa parte di un corredo funerario, realizzata con ceramica d’impasto rossiccio, a cottura ossidante, con ingobbiatura in bianco crema e pittura in rosso. Rappresenta una figura femminile inginocchiata, con gli arti superiori (quello destro è mancante) semplicemente abbozzati e protesi in avanti. La figura è ornata da una collana, a più giri, di grani circolari sempre in rosso, e da un ornamento nasale a forma di mezza luna. Come per il pendente, ovvero per analoghe motivazioni e con medesima istruttoria, il Segretariato Regionale del Veneto ne ha dichiarato l’interesse particolarmente importante.

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Venezia, sono state avviate dal Nucleo CC TPC nell’ottobre 2020, nell’ambito di un’attività ispettiva della Soprintendenza A.B.A.P. per il Comune di Venezia e Laguna, con cui i Carabinieri TPC collaborano strutturalmente. A seguito della verifica di diversi beni d’interesse culturale, custoditi presso un prestigioso palazzo veneziano, i due reperti mesoamericani, insieme ad altri 33 beni d’interesse archeologico, sono stati sottoposti a sequestro, stante l’assenza di un valido titolo di proprietà da parte del detentore, la cui collaborazione è stata altresì importante nel corso delle indagini. Dagli accertamenti effettuati sono emerse ipotizzabili responsabilità penali a carico di un soggetto deceduto, per i reati di ricettazione e messa in circolazione di beni contraffatti.

A termine indagini, nel settembre 2023 il Tribunale di Venezia ha disposto la confisca dei beni, di cui 2 sono stati assegnati al Museo delle Civiltà di Roma, 33 alla Soprintendenza di Venezia. Tra questi ultimi vi è anche un ushabti egizio.

Durante il corso delle indagini, i Militari del Nucleo CC TPC di Venezia si sono avvalsi di esami tecnici e storico-artistici effettuati dai funzionari archeologi delle Soprintendenze A.B.A.P. di Venezia e di Padova, del Museo delle Civiltà di Roma, dai docenti del Laboratorio del falso dell’Università RomaTre.

Il contrasto al traffico illecito dei reperti archeologici rappresenta una delle direttrici investigative che il Nucleo CC TPC di Venezia persegue, attraverso verifiche costanti presso gli esercizi commerciali di settore, mediante l’attenta raccolta di segnalazioni da parte di studiosi e appassionati, grazie alla collaborazione con gli uffici centrali e periferici del MiC. La restituzione al patrimonio pubblico di questi beni, testimonianze materiali aventi valore di civiltà, riporta alla fruizione collettiva oggetti che narrano la storia di territori e di comunità.

Comunicato stampa ufficiale del Comando Carabinieri TPC, che si ringrazia per il cortese invio.

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Pubblicato da Cristina Cumbo

Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.