Agosto 1944: la distruzione dei Ponti di Firenze

Firenze, 1944: è una calda notte d’estate, tra il 3 e il 4 agosto. Le truppe alleate avanzano per liberare la città, mentre i nazisti sono in ritirata verso la linea Gotica. C’è bisogno di tempo e gli alleati sono troppo rapidi. I carri li raggiungeranno a breve. Occorre un espediente: Firenze è un gioiello d’arte, che Hitler stesso ha visitato il 9 maggio 1938 durante il suo “tour” in Italia, tuttavia la bellezza non può essere risparmiata quando una guerra è ancora in atto. È proprio quella bellezza, derubata, divenuta bottino di guerra con i furti perpetrati anche dal gerarca Goering, a rimetterci ancora una volta, ad essere totalmente devastata.

Mentre Palazzo Pitti si trasforma improvvisamente in un grande rifugio, quello destinato alla popolazione sfollata, i tedeschi, già da tempo, hanno studiato un piano, che non può fallire e che è ora di mettere in atto.

La sera del 3 agosto entrano, perciò, in azione gli esperti balistici: con abilità e rapidità, imbottiscono i ponti di Firenze con esplosivi, andando a scegliere i punti critici di queste magnifiche architetture. Le mine sono state piazzate e gli alleati non varcheranno il fiume.

Crollo del Ponte di Santa Trinita (foto tratta da: https://michelangelobuonarrotietornato.com/2019/08/04/la-notte-dei-ponti/)

Il Ponte alla Vittoria, quello di Santa Trinita e il Ponte alle Grazie crollano progressivamente, lasciando ammassi di macerie, dopo esplosioni continue. I massi schizzano via ovunque, finendo sulle strade e sollevando un immenso polverone. Solo il ponte di Santa Trinita resiste, ma i tedeschi non possono sopportarlo e tornano alla carica, piazzando nuovi esplosivi, finché anche i suoi piloni cedono e con essi le statue delle Quattro Stagioni, poste alle estremità, finiscono in frantumi. L’Arno è divenuto un cimitero di storia e di architettura: scorre placido portando con sé le macerie e i ricordi dei fiorentini nascosti nei rifugi.

Il Ponte Vecchio, ancora oggi meta di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, in cui fanno sfoggio le minuscole botteghe orafe, rimase intatto. Come mai? Ci sono varie teorie a riguardo: c’è chi ritiene che il Führer, riconoscendone il valore storico-artistico, lo “salvò”, situazione che sembra però alquanto paradossale date le altre esplosioni che i nazisti non si erano di certo risparmiati; c’è chi pensa a Gerhard Wolf, console tedesco a Firenze, uomo di grande cultura costretto ad aderire al partito nazista che, tuttavia, si adoperò molto affinché l’arte fosse salvaguardata, Ponte Vecchio incluso; c’è chi crede che Ponte Vecchio fosse comunque troppo stretto per consentire il passaggio dei carri armati, quindi la sua distruzione si sarebbe rivelata inutile; infine, si parla anche della curiosa figura di Burgasso, un uomo storpio, considerato stupido, delirante e disgraziato dai tedeschi e lasciato così libero di aprire e chiudere le botteghe di Ponte Vecchio. Sembrerebbe che, proprio lui, acuto osservatore e persona onesta, avesse staccato i fili delle mine, pronte ad esplodere anche sul noto ponte fiorentino, in via de’ Ramaglianti, dietro Borgo San Jacopo. La sua storia è narrata nel volume “Di pietra e d’oro. Il Ponte Vecchio di Firenze: sette secoli di storia e di arte” di M. C. de Montemayor (2016).

Rimase, perciò, integro anche il Corridoio Vasariano, spesso usato dai partigiani come passaggio e luogo che riaprirà nel 2022, che altrimenti avremmo perduto insieme ad altre tessere di storia. Saranno poi i bombardamenti a colpirlo, nonostante i danni siano rimasti relativamente limitati.

Sitografia essenziale:

Archivio Storico Foto Locchi: https://www.fotolocchi.it/it/storia/bombardamenti/

A. Biagioni, Le molte vite del Corridoio Vasariano, su Italiani.it (08.02.2019).

Chi salvò il Ponte Vecchio dalle bombe naziste?, su Destination Florence.

Come si salvò Ponte Vecchio nel ’44 tra storia e leggende, su PartecipArt (31.05.2021).

Corridoio Vasariano, su Le Gallerie degli Uffizi (sito ufficiale): https://www.uffizi.it/corridoio-vasariano/storia

Firenze 1944: la notte in cui saltarono i ponti, su Firenze Today (04.08.2020).

I. Forgioni, La notte dei ponti, su Le Gallerie degli Uffizi (sito ufficiale): https://www.uffizi.it/video/la-notte-dei-ponti (video)

F. Paloscia, Firenze, una lettera inedita sfata la leggenda: “Non furono i nazisti a voler salvare Ponte Vecchio”, su Firenze Repubblica (26.10.2016).

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo

In copertina: Ponti di Firenze (tratta da: https://firenzeurbanlifestyle.com/)

Le immagini, delle quali è indicata la fonte, sono inserite per puro scopo illustrativo e senza alcun fine di lucro.

Scritto in data: 21 novembre 2021

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Pubblicato da Cristina Cumbo

Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.