“Le tre arti: ceramica pittura scultura”. Mostra personale di Marco Tiddia (Nuoro 25 novembre 2021-30 gennaio 2022).

Marco Tiddia è nato a Serrenti nel 1960 ed ha iniziato la sua carriera artistica appena ventenne e completamente autodidatta. Dalla famiglia d’origine ha ereditato la sensibilità artistica e l’abilità nelle arti manuali, in particolare nella lavorazione della pietra: il bisnonno scultore creò, tra gli altri, un monumento per la famiglia Saragat, commissionatogli dal padre del presidente, che ancora si può vedere a Sanluri; il nonno ed il padre lavoravano la pietra facendone la loro professione ed avviandolo, più tardi, a questo mestiere.

Intanto il giovane comprava libri d’arte, leggeva e studiava, rimanendo affascinato soprattutto dagli artisti del novecento, dalle avanguardie in particolare e dai futuristi. Ma prima di iniziare a dipingere si cimenta con la scultura. Dotato di un grande spirito d’osservazione e molta fantasia, viene attirato dalle forme che la natura crea ed allora tra le sue mani una radice d’olmo può diventare un volto della mitologia classica, un contorto ramo di ginepro prende la forma d’un airone, una radice di vite assume la forma di un nudo “picassiano”.

Il materiale degli inizi è quindi il legno, e alcune opere giovanili sopra descritte sono oggi in mostra per la prima volta alla galleria il Portico. Anche i dipinti degli esordi tradiscono l’ispirazione ai maestri del ‘900 che studia per sua passione, le nature morte con bottiglie, frutti, strumenti musicali, mescolano elementi delle correnti artistiche che più lo attirano (cubismo, futurismo, astrattismo) ma con una tecnica che, seppure in fase sperimentale, già rivela che persino la pittura è un’arte che “gli si confà” sebbene osi più nelle forme plastiche che nei colori che sono, in questa fase, scuri, un po’ cupi, più simili ai colori di legno e pietre che gli sono per il momento, più familiari.

Dopo il legno, affascinato dai materiali duri passa alla scultura della pietra. Sperimenta i materiali locali, la trachite grigia di Serrenti, il granito, il marmo, per poi innestarli con altre pietre anche semipreziose di varie tipologie: nascono così i guerrieri di ispirazione nuragica, composti però di ogni materiale roccioso come il guerriero con il busto in travertino, la lancia di granito nero d’Africa o quello con le corna di ardesia, il volto di trachite grigia e lo scudo di verde greco. Questo utilizzo di materia rocciosa di varia provenienza, altro non è che la rappresentazione, nelle sue mescolanze, della terra di Sardegna che per secoli è stata luogo di passaggio e terra di conquista da parte di molti popoli. Proprio l’amore per la terra natia e le sue tradizioni sono una ulteriore fonte di ispirazione per l’artista.

La pittura in particolare, si evolve nei soggetti e nei colori: la tavolozza assume toni più vari, più caldi con la rappresentazione di luoghi di culto come Saccargia o San Pietro di Sorres o con la raffigurazione di donne in abiti tradizionali come la dama di Sennori. Poi intorno alla fine degli anni ‘90 sperimenta la ceramica. L’amico artista Lello Porru gli insegna i rudimenti, poi va avanti da solo con interessanti risultati e, se da un lato la terra sarda è sempre presente con la ceramica che assume la forma di una donna in abiti tradizionali di Atzara o di Orgosolo, dall’altra vien fuori una originalità che si può apprezzare nei volti umani con elementi marini… l’uomo con cappello di conchiglia, la donna sirena, il pesce che fa da copricapo al volto di un altro uomo, opere oggi in mostra.

Il mare è un altro elemento molto presente nelle opere di Marco Tiddia. Al contrario di molti artisti che avvertono il peso del confine geografico, che identificano il mare come un elemento di forte isolamento, per lui il fatto di vivere in una isola è una condizione positiva, il mare è una fonte di continua ispirazione, è un illimitato tesoro di idee nuove che si coniugano con le tre arti che danno il titolo alla mostra. I fondali marini, le conchiglie, le creature del mare sono infatti molto rappresentati nelle sue opere ed in mostra una intera sala è dedicata a questa tematica che è presente sia nei quadri sia nei bassorilievi sia nelle sculture. In particolare la ceramica con i pesci si presenta molto elaborata: i corpi di questi abitanti del mare sono decorati con gallinelle stilizzate, protomi taurine, iscrizioni antiche, navicelle, così da poter racchiudere in ognuno di questi pezzi la storia della Sardegna e farne dei portavoce.

L’ultima produzione artistica in ordine di tempo si compone di due filoni. Il primo vede la pittura e la ceramica fondersi assieme a creare le “contaminazioni” ove volti umani, pesci, e altri elementi, a volte astratti a volte naturali, si legano tra loro quasi a voler fare intendere che non si possono scindere gli elementi vitali. Il secondo volge all’astratto ma non più quello degli studi giovanili, quello appartenuto ad altri artisti che lo hanno reso famoso. Oggi questo filone è stato metabolizzato, fatto proprio ed intriso delle proprie radici, e così tra informalità, colori decisi e brillanti, lascia intravedere maschere tradizionali, i simboli nuragici, guerrieri. Ma ciò che è molto interessante da vedere in questa prima mostra personale, che è quasi una antologica, di Marco Tiddia alla galleria il Portico, è l’evoluzione e la compiuta maturazione artistica di chi, partito dallo studio autonomo e dalla osservazione dei materiali, ha saputo far proprie quelle tendenze artistiche che riteneva più affini al suo modo di essere, senza diventarne un mero buon esecutore che si ispira a quella corrente artistica o a quell’altra, e le ha mescolate, assieme alle tecniche delle tre arti che ha appreso, con le proprie radici ed il proprio vissuto, oltre alla spiccata originalità ed alla maestria nell’uso di tanti diversi materiali.

Curatrice: Stefania Sini

La mostra è visitabile presso la Galleria Il Portico, sita in Piazza del Popolo, 4 a Nuoro.

Orari: 10.00-13.00 – 16.30-19.00 (chiusa durante i giorni festivi).

AVVISO: la mostra è prorogata fino al 30 gennaio 2022

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