Monument Woman: Capt. Rose Valland

Nata sul finire dell’Ottocento (il 1 novembre 1898), Rose Valland trascorse la sua infanzia a Saint-Etienne-de-Saint-Geoirs, a Grenoble e poi a Lione, dove frequentò la scuola di Belle Arti. I suoi studi in storia dell’arte la condussero a Parigi, dove, nel 1932, iniziò a lavorare (come volontaria non retribuita!) al Museo del Jeu de Paume, situato all’angolo tra il Jardin des Tuileries e Place de la Concorde. 

Ma già dal 1936 la Francia iniziava a prepararsi alla guerra, che sarebbe scoppiata tre anni più tardi, contro la Germania di Hitler. I musei misero in atto il loro piano di protezione delle opere d’arte. Furono preparate liste di castelli, monasteri e abbazie che avrebbero potuto ospitare le opere delle collezioni pubbliche, piani di evacuazione e itinerari.

Il primo convoglio carico di opere d’arte proveniente dal Museo del Louvre partì già nel settembre del 1938. A distanza di un anno soltanto, altri quaranta camion avrebbero lasciato Parigi. Dal Museo del Jeu de Paume, Rose, come centinaia di altri uomini e donne, partecipò a questa impresa.

Il 14 giugno 1940 le truppe tedesche entrarono a Parigi: da quel giorno la vita di Rose non fu più la stessa. Rose non fu soltanto una storica dell’arte dall’aspetto austero, ma si rivelò anche una vera e propria eroina. Dal marzo 1941 giocò un ruolo fondamentale nella tutela del patrimonio artistico francese, improvvisandosi spia all’interno di quell’edificio, il Jeu de Paume, poco lontano dal Museo del Louvre, divenuto, per volontà dei nazisti, deposito di opere d’arte e quartier generale dell’ERR (Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg), vale a dire l’organizzazione voluta da Hitler in persona, il cui scopo era quello di requisire e confiscare i beni ritenuti importanti dal punto di vista politico (e tra questi beni vi trovarono posto anche e soprattutto le opere d’arte).

Rose scriveva lettere e rapporti al direttore dei Musei Nazionali, Jacques Jaujard, in cui raccontava dell’organismo, dipendente direttamente da Hitler, creato proprio per saccheggiare le opere d’arte dai paesi occupati e delle visite di Hermann Goering, il braccio destro del Führer, che spesso si faceva impacchettare le opere per portarle in dono alla moglie.

Rose Valland, nel suo libro Le Front de l’art (“Il fronte dell’arte”, 1961) ha lasciato un’appassionata testimonianza della prima visita del Reichsmarschall. Racconta così dell’arrivo dei camion tedeschi carichi di opere d’arte provenienti dai musei nazionali o dalle collezioni di ebrei, dei soldati che trasportavano le casse nelle sale del museo, facendole risonare di un’eco a cui non erano abituate. Le operazioni venivano condotte con frenesia: tele di grandi maestri passavano di mano in mano fino a quando la catena non finiva contro un muro di sostegno a cui appoggiare le opere da mettere in mostra. Qualcuna cadeva a terra o sugli stivali dei soldati guadagnando dei grandi strappi. In meno di un giorno, quattrocento casse furono aperte. Una visita importante era attesa, quella del Maresciallo Hermann Goering in persona. I quadri confiscati e provenienti dalle collezioni israelite dovevano essere mostrati proprio a lui, in una vera e propria esposizione. Venti furono le visite di Goering al Jeu de Paume.

Copertina (edizione 2014) del libro di Rose Valland, Le Front de l’Art, 1961.

Rose decise, d’accordo con Jacques Jaujard, di rimanere al Jeu de Paume per controllare i movimenti dei nazisti. Compilava liste lunghissime delle opere che vedeva portar via, indicandone la destinazione. Queste informazioni si rivelarono poi utilissime, dopo la fine della guerra, per recuperare quelle opere che erano state trafugate e trasportate in Germania e in Austria.

Con pazienza e discrezione, origliando alle porte, frugando tra la spazzatura, Rose registrava tutti i dettagli che pensava sarebbero stati utili: conversazioni, voci di corridoio, incidenti, atti di vandalismo. Tracciava anche, e non senza una punta di ironia e indignazione, i ritratti dei nazisti. 

Quando la Francia fu liberata dall’occupazione nazista, Rose venne nominata segretario della Commission de récupération artistique, creata il 24 novembre 1944, e così partì per la Germania con il compito di ritrovare le opere che provenivano dalle collezioni francesi. “Rude e determinata”, così la definiva l’ufficiale americano per le Belle Arti, il Monument Man James J. Rorimer, con il quale Rose collaborò. Ma grazie al suo lavoro, svolto in collaborazione con gli Alleati americani e inglesi, furono recuperati circa 60.000 oggetti d’arte, sequestrati a importanti famiglie ebree francesi, tra cui i Rothschilds, i Kahn, i Rosenberg e molte altre.

Rose Valland rimase in Germania a ricercare le opere trafugate fino al 1953 e per il suo operato fu elevata al grado di cavaliere dell’ordine della Légion d’honneur.

Il suo libro, Le Front de L’Art, ha ispirato il film hollywoodiano The Train (1964), con Burt Lancaster e diretto da John Frankenheimer.

Rose Valland morì il 18 settembre 1980. Le sue spoglie si trovano nella sua città natale, Saint-Étienne-de-Saint-Geoirs.

Bibliografia

Rose Valland, Le Front de l’Art. Défense des Collections Françaises 1939-1945, Réunion des musées nationaux-Grand Palais, 2016, Paris.

Filmografia

The Train, John Frankenheimer, Francia, USA, 1964.

Sitografia

Sito web de l’Association La Mémoir de Rose Valland: https://www.rosevalland.com/.

Sito web della Monuments Men Foundation For the Preservation of Art: https://www.monumentsmenfoundation.org/valland-capt-rose.

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Caterina Zaru

Scritto in data: 11 settembre 2020

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