Testa di Ade

Testa di Ade (c.d. Barbablù)

Datazione: IV secolo a.C. circa

Materiale: terracotta policroma

La testa maschile, modellata a mano e internamente cava, doveva probabilmente appartenere a un busto o a una statua. Le labbra si presentano socchiuse, sormontate da baffi incisi e leggermente in rilievo. Gli occhi, resi con una forma a mandorla, sono definiti da profondi incavi destinati all’alloggiamento delle ciglia, probabilmente realizzate in metallo; le pupille, invece, sono delineate da una sottile incisione.

Il volto è racchiuso da una fitta capigliatura riccioluta che si ricongiunge con la barba. Entrambi gli elementi presentano tracce ben evidenti di policromia, rispettivamente, di pigmento bruno-rossastro e di blu egiziano.

Testa di “Ade barbablù” di Morgantina (Antonio Pignato, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)

La testa, attribuita al dio degli Inferi, Ade, fu rinvenuta nel corso di scavi clandestini effettuati, tra il 1977 e il 1978, nell’area archeologica di Morgantina (Enna, Sicilia), in contrada San Francesco Bisconti.

La scultura era stata illecitamente venduta al Getty Museum di Malibù nel 1985, dove venne esposta nel corso della mostra “The color of life”, etichettata come “Head of God, probably Zeus”.

Grazie all’individuazione, da parte di un’archeologa italiana, di un ricciolo policromo mancante alla testa di Ade e conservato nei magazzini del Museo Archeologico di Aidone, nonché alla conferma di un’altra archeologa italiana che aveva trascorso un periodo formativo presso il Getty Museum, e ad altri tre riccioli rintracciati da un archeologo americano, si diede il via all’indagine. Tutti i pezzi risultarono di pertinenza del reperto policromo.

Nel 2014 venne emessa la rogatoria internazionale dalla Procura di Enna sulla base dei dati investigativi ottenuti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

La testa di Ade tornò in Italia nel 2016 ed è attualmente conservata presso il Museo Archeologico Regionale di Aidone.

Museo Archeologico Regionale di Aidone

Bibliografia essenziale:

Autore della scheda “Recuperi famosi” per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo

Le immagini sono inserite per puro scopo illustrativo e senza alcun fine di lucro.

Scritto in data: 27 maggio 2020

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Pubblicato da Cristina Cumbo

Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.