Il cratere di Eufronio con la morte di Sarpedonte

Cratere attico a figure rosse

Datazione: 510 a.C. circa

Autori: Eufronio (pittore); Euxitheos (vasaio)

Iconografia lato A: raffigurazione della morte di Sarpedonte, eroe semidio figlio di Zeus e Laodamia, re dei lici, ucciso da Patroclo nel corso della guerra di Troia. Il corpo, esanime e privo di armatura, è trasportato da Hypnos (Sonno) e Thanathos (Morte), che lo condurranno in Licia per essere sepolto; sullo sfondo vi è Hermes psicopompo, nel suo ruolo di accompagnatore di anime, abbigliato con petaso (copricapo), i tipici calzari alati e in mano il caduceo. Ai lati, sono rappresentati Hyppolitos e Leodamas.

Iconografia lato B: rappresentazione di tre giovani guerrieri che si preparano ad affrontare la battaglia, armandosi in presenza di due opliti. Hypeirochos è abbigliato con un corto chitone; centralmente vi è Hippasos, nudo, mentre indossa gli schinieri; infine, vi è Medon, oplita, con uno scudo sulla cui superficie è rappresentato un granchio che suona il doppio flauto. Seguono Acastos, con l’elmo, lo scudo a terra e chino in avanti, e Axippos, anch’egli abbigliato con un chitone corto, già completamente armato.

Cratere di Eufronio (Sailko, CC BY 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by/3.0, via Wikimedia Commons)

Il cratere è stato rinvenuto nel corso di scavi clandestini effettuati negli anni Settanta del Novecento nell’area di Cerveteri (necropoli etrusca di Greppe Sant’Angelo, località Monte Sant’Antonio).

Venne esportato in Svizzera, in attesa della documentazione fittizia e necessaria per attestarne una provenienza diversa. Venduto da Giacomo Medici al mercante d’arte internazionale Robert Hecht Jr., a sua volta il vaso venne acquistato dal Metropolitan Museum of Art di New York, dove risultava presente sin dal 1973.

In seguito alle indagini condotte dai Carabinieri dell’allora Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, nonché al lavoro svolto dall’Avvocatura dello Stato, dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale, si giunse solo nel 2006 alla firma di un accordo per il rimpatrio del cratere in Italia che, di fatto, tornò solo nel gennaio 2008.

Al suo rientro, il cratere venne esposto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Dal 2015 è conservato in via permanente presso il Museo Nazionale Archeologico di Cerveteri.

Bibliografia essenziale:

Autore della scheda “Recuperi famosi” per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo

Scritto in data: 27 aprile 2020

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Pubblicato da Cristina Cumbo

Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.