La scomparsa delle attività commerciali di artigianato: la perdita di un patrimonio “Made in Italy”

Capita spesso, passeggiando per i centri storici delle varie città italiane di andare alla ricerca di prodotti locali, inimitabili, pezzi unici di artigianato che possano ricordarci quell’esperienza, quella determinata visita. Ma quante volte abbiamo effettivamente soddisfatto questo obiettivo?

Al giorno d’oggi, purtroppo, i negozi locali che vendono prodotti d’artigianato sono pochissimi – laddove riescono ancora a sopravvivere – ed alcuni di essi hanno cessato la propria attività, lasciando spazio a locali destinati alla vendita massiccia di souvenirs o ristoranti prettamente turistici, abbassando la qualità dei prodotti tipici del luogo. Spesso accade che alla chiusura di un negozio si assista alla sua immediata sostituzione con un minimarket o un negozio di casalinghi che, nella realtà dei fatti, vende oggetti di qualsiasi tipo.

Questo non è solo il caso dei centri storici delle grandi città ma anche dei borghi, diventati ormai “grandi parchi culturali a tema”, caratterizzati da negozi tutti uguali, improntati sul turismo di massa. Per esempio, al centro storico di Roma, ha cessato la propria attività una delle più antiche botteghe artigiane del legno nei pressi di Piazza di Pietra, dove scattare una fotografia insieme al famoso burattino Pinocchio era un obbligo per adulti e bambini che passeggiavano da quelle parti. Si tratta della “Bartolucci srl”, che nel 2022 ha chiuso anche il suo punto vendita di Firenze – nonostante avesse ottenuto nel 2020 dei finanziamenti dal “Fondo europeo di sviluppo regionale” per la riorganizzazione aziendale e per il lancio sul mercato di nuovi prodotti dedicati al personaggio di Pinocchio –, per problemi finanziari dovuti alla crisi conseguita al periodo Covid-19, mantenendo un piccolo negozio vicino Fontana di Trevi a Roma. Era un’azienda storica nata nel nord Italia per la produzione di casse di fisarmoniche nei primi anni del 1900 e che poi ha convertito la propria attività nella realizzazione di Pinocchi in legno.

Così come in parte la “Bartolucci srl”, sono scomparse nel 2022 ben 1890 imprese artigiane, nonostante la stessa Costituzione italiana (art. 45) preveda che “La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato”. Altro esempio a Roma è il “Bar Euclide” ai Parioli: punto di riferimento del quartiere dagli anni ’50, ha cessato la propria attività ad ottobre 2023, lasciando il posto alla grande catena di supermercati Esselunga, perdendo così una parte di memoria storica della zona, locale di aggregazione sociale, non solo un semplice bar. Il “Caffè Greco” in via dei Condotti ha, invece, rischiato la chiusura dopo che il proprietario (l’Ospedale Israelitico) ha indotto lo sfratto ai gestori, conseguentemente alla scadenza del contratto di locazione. Fortunatamente, però, in questo caso, il danno sembrerebbe essere stato ridotto: il “Caffè Greco” continua la sua attività, ma con un cambio gestione.

Ci sono tantissimi altri esempi di storici negozi romani che ormai fanno solamente parte del passato: tra questi, si parla di negozi di alimentari, come “Franchi” in via Cola di Rienzo, la “Salsamenteria e Rosticceria Verini” in via Laurina/via del Babbuino, sostituiti dall’attività dei grandi supermercati nei paraggi; di librerie, come la “Libreria del Viaggiatore” in via del Pellegrino, la “Libreria Odradek” in via dei Banchi Vecchi, la Libreria Croce in Corso Vittorio Emanuele II, la “Libreria Maraldi” in viale Bastioni di Michelangelo, sostituite dai più comodi, meno voluminosi e assai poco affascinanti e-book; di negozi di abbigliamento, come “Mas” (Magazzini allo Statuto) in Piazza Vittorio Emanuele II e il “CIM” (Consorzio Italiano Manifatture) in via XX Settembre, i cui edifici hanno subìto un cambio di destinazione d’uso; il negozio di articoli da regalo “Le Sorelle Adamoli” in via del Plebiscito, sostituito con un bar-ristorante. È una crisi, perciò, che attraversa – e ha attraversato – l’intero settore commerciale.

Libreria Odradek (foto Google Maps)

Alcuni dei più noti borghi italiani, dicevamo, presentano lo stesso problema delle grandi città. Vediamo, per esempio, il caso di Assisi che appare come un grande “museo a cielo aperto”, ricco di arte e storia, ma soffermandosi sulle attività commerciali a disposizione dei cittadini e dei visitatori, noteremo che i negozi/ristoranti che vendono prodotti originali sono praticamente assenti. Le strade sono un susseguirsi di attrattive turistiche che si imitano fra loro, faticando così a capire quali siano gli effettivi prodotti tipici del luogo, di una città importante come Assisi.

Ma la domanda che ognuno di noi si è posto e continuerà a porsi è: non c’è proprio nulla che si possa fare di concreto per tutelare queste attività ed evitarne la chiusura? A Roma, il Comune presenta sul proprio sito un’apposita sezione dedicata alle botteghe storiche, dove è indicata la procedura per avanzare richiesta di riconoscimento e sul quale è stato caricato un vero e proprio albo (https://www.comune.roma.it/web/it/scheda-servizi.page?contentId=INF39831).

Sembra, inoltre, che si voglia avviare un percorso di valorizzazione anche tramite un censimento delle botteghe artigiane nelle periferie. Da un punto di vista più normativo, il Piano Regolatore Generale di Roma, nelle Norme Tecniche di Attuazione (Titolo II – Sistema insediativo, Capo 2° – Città storica, art. 24 comma 2), pone l’attenzione proprio su alcuni obiettivi da perseguire nella “Città storica”, tra cui “la preservazione della destinazione residenziale prevalente, nonché del tessuto commerciale e artigianale che riveste un valore storico-artistico e di identità sociale e culturale”, anche se molte volte sembra non tenerne conto.

La Regione Lazio, dal canto suo, cerca di perseguire l’obiettivo della valorizzazione tramite l’approvazione della L.R. 1/2022 “Disciplina per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche” (https://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=leggiregionalidettaglio&id=9431&sv=vigente).  

Così come nel Lazio, anche in altre regioni la legge prende provvedimenti. La Campania, per esempio, possiede la vigente Legge Regionale 10 marzo 2014, n. 11 “Valorizzazione dei locali, dei negozi, delle botteghe d’arte e degli antichi mestieri a rilevanza storica e delle imprese ultracentenarie”: un modo per “valorizzare il proprio patrimonio storico, imprenditoriale ed economico, rappresentato dagli esercizi commerciali e dalle imprese storiche ultracentenarie connotate da particolare valenza storica, artistica e culturale”. L’Abruzzo presenta invece la Legge Regionale 31 luglio 2018, n. 23 “Testo unico in materia di commercio”, Titolo V – Negozi storici abruzzesi (con riconoscimento ed elenco).

Non si tratta, però, solo di difendere un patrimonio legato alla produzione di oggetti, ma anche di cibo. I ristoranti prettamente turistici, sorti nei centri storici, sono molteplici e ognuno di loro cerca di evidenziare il proprio punto forte nei piatti tipici locali. Ma il “Made in Italy” alimentare è spesso minato proprio da ristoranti che spacciano cibi di scarsa qualità per quelli tradizionali e genuini legati alla cultura italiana. A tal proposito sono attivi i Carabinieri del Comando per la Tutela Agroalimentare che effettuano controlli nei ristoranti mirati a verificare “la corrispondenza tra i prodotti di pregio indicati nei menù e quelli realmente utilizzati”.

La situazione sopra descritta delinea uno scenario poco florido per il commercio locale, ma a risollevare le speranze si sono tutte quelle attività commerciali che sono riuscite a sopravvivere, divenendo dei veri e propri punti di riferimento per i cittadini e i visitatori occasionali. Basti pensare, a Roma, nel settore della ristorazione, i bar di “Sant’Eustachio il Caffè” e “La Casa del Caffè Tazza d’Oro” nei pressi del Pantheon, e “Canova”, “Dal Bolognese”, “Rosati” e “il Margutta” a piazza del Popolo e via Margutta; l’alimentari “Ruggeri” in piazza Campo de’ Fiori; il negozio di dolciumi “Dolciumi e frutta secca Onorati dal 1937” in Corso Rinascimento; quello di articoli religiosi “Comandini” a Borgo Pio; il negozio di penne di ogni tipo “Stilofetti” in via degli Orfani.

Insomma, si potrebbe stilare un elenco abbondante di attività commerciali senza cui Roma non sarebbe quella che è oggi, tenendo così alto il valore della cultura romana. A questi si affacciano anche nuove proposte di artigianato, in particolare nell’ambito della pittura: parliamo ad esempio di “Picta”, un negozio di porcellane dipinte a mano in via dei Cappellari, e “I colori di dentro” in via dei Banchi Vecchi, studio e galleria d’arte di Maria Grazia Luffarelli.

Qual è, quindi, il vero problema della chiusura attività di alcune botteghe artigiane? Forse alcune non richiedono il riconoscimento? Le spese, affitti inclusi, sono talmente alte rispetto agli introiti, tali da condurre al fallimento? C’è un problema di cattiva gestione? Oppure c’è una semplice concorrenza spietata con i grandi marchi ed il commercio di massa? Sarebbe bene individuare il vero motivo prima di veder scomparire anno dopo anno quegli aspetti che caratterizzano i nostri centri storici e i borghi, penalizzando la produzione, la qualità della vita e, in un certo senso, anche il nostro patrimonio culturale.

Sitografia essenziale:

– Archivio Luce, CIM. Inaugurazione della sede centrale del Consorzio Italiano Manufatti. Roma 1 Novembre XX: https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL3000052840/1/cim-inaugurazione-della-sede-centrale-del-consorzio-italiano-manufatti-roma-1-novembre-xx.html?startPage=1320

– A. Barsanti, Così il Campidoglio vuole salvare le botteghe storiche, RomaToday (08.03.2023): https://www.romatoday.it/economia/botteghe-storiche-roma-piano-rilancio.html

– Bartolucci: https://www.bartolucci.com/

– Bartolucci, Progetti Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (17.02.2020): https://www.bartolucci.com/news/abbiamo-ottenuto-finanziamenti-dal-fondo-europeo-di-sviluppo-regionale-per-aver-presentato-due-progetti-in-cui-crediamo-fortemente/

– M. Becchi, Chiude il bar Euclide a Roma, da 70 anni un pezzo di storia dei Parioli. Al suo posto arriva Esselunga, Gambero Rosso (30.10.2023): https://www.gamberorosso.it/notizie/chiude-bar-euclide-a-roma-da-70-anni-un-pezzo-di-storia-parioli-arriva-esselunga/

– Calendario 2023 Arma dei Carabinieri

– G. Ciriaci, Chiude la storica bottega del legno di Bartolucci: Pinocchio costretto a dire addio al suo Geppetto, su mowmag.com (07.08.2022): https://mowmag.com/attualita/chiude-la-storica-bottega-del-legno-di-bartolucci-pinocchio-costretto-a-dire-addio-al-suo-geppetto-video

– Comune di Roma, Botteghe Storiche e Negozi Storici d’Eccellenza: https://www.comune.roma.it/web/it/scheda-servizi.page?contentId=INF39831

– Confartigianato Roma Città Metropolitana, Il Corriere della Sera: Salviamo le attività Artigianali: https://www.confartigianatoroma.it/salviamo-le-attivita-artigianali/

– Costituzione Italiana, articolo 45

– M. Di Berardino, Bartolucci chiude bottega, Geppetto si arrende alla crisi: addio al Pinocchio d’autore, su La Repubblica (28.07.2022): https://roma.repubblica.it/cronaca/2022/07/27/news/francesco_bartolucci_geppetto_chiude_botteghe_burattini_artigianali-359439598/

– M. Di Clemente, Roma, apposta una targa in ricordo della storica Libreria Croce, su TG Tourism (29.11.2017): https://www.tgtourism.tv/2017/11/roma-targa-libreria-croce-51131

– L. Garrone, Spariscono tappezzieri, falegnami e ceramisti: quest’anno hanno chiuso 1890 artigiani, su Corriere della Sera (03.07.2022): https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/22_luglio_03/spariscono-tappezzieri-falegnami-ceramisti-quest-anno-hanno-chiuso-1890-artigiani-a0b0c73a-fa32-11ec-8112-7d5dc7a1855c.shtml

– L. Martini, E se il Caffè Greco che “chiude” fosse una buona notizia?, su RomaToday (11.06.2023): https://www.romatoday.it/cibo/caffe-greco-chiusura.html

– S. Mechelli, Addio alla Libreria del Viaggiatore: dopo 30 anni Roma perde uno dei suoi gioielli, su RomaToday (22.11.2019): https://www.romatoday.it/eventi/cultura/chiude-libreria-viaggiatore-via-pellegrino.html

– M. Morlacchi, I colori della strada, su Roma Ieri Oggi e Domani (Anno I n. 1 – Maggio 1988), Prospetto negozio n. 166

– N. Naim, Come salvare i quartieri storici di Roma da friggitorie e paccottiglia, su Il Foglio Quotidiano (28.09.2017): https://www.ilfoglio.it/roma-capoccia/2017/09/28/news/come-salvare-i-quartieri-storici-di-roma-da-bancarelle-e-paccottiglia-154437/

– Piano Regolatore Generale di Roma, Norme Tecniche di Attuazione, 2008: http://www.urbanistica.comune.roma.it/prg/elaborati-prescrittivi/1-nta.html

– Regione Abruzzo, Legge Regionale 31 luglio 2018, n. 23 “Testo unico in materia di commercio” (Titolo V – Negozi storici abruzzesi): http://www2.consiglio.regione.abruzzo.it/leggi_tv/abruzzo_lr/2018/lr18023/TITOLO_V.asp

– Regione Abruzzo, Riconoscimento dei negozi storici abruzzesi: http://www2.consiglio.regione.abruzzo.it/leggi/lexreght/testilex/030307f.htm

– Regione Campania, Locali, negozi, botteghe e imprese ultracentenarie: http://regione.campania.it/regione/it/tematiche/negozi-botteghe-storiche-e-imprese-ultracentenarie

– Regione Campania, Legge Regionale 10 marzo 2014, n. 11 “Valorizzazione dei locali, dei negozi, delle botteghe d’arte e degli antichi mestieri a rilevanza storica e delle imprese storiche ultracentenarie”: http://www.sito.regione.campania.it/leggi_regionali2014/lr11_2014.htm

– Regione Lazio, L.R. 1/2022 “Disciplina per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche”: https://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=leggiregionalidettaglio&id=9431&sv=vigente

– P. Sozio, Antico Caffè Greco, chiude uno dei locali storici di Roma. Iniziano le operazioni di sfratto, su Gambero Rosso (07.06.2023): https://www.gamberorosso.it/notizie/antico-caffe-greco-chiude-uno-dei-storici-locali-di-roma-iniziano-le-operazioni-di-sfratto/

– B. Tominic, Chiude la storica libreria Odradek di via dei Banchi Vecchi: era stata aperta 25 anni fa, su fanpage.it (26.12.2022): https://www.fanpage.it/roma/chiude-la-storica-libreria-odradek-di-via-dei-banchi-vecchi-era-stata-aperta-25-anni-fa/

– R. Troili, Roma, Mas chiude per sempre: addio ai Magazzini allo statuto, su Il Messaggero (08.01.2017): https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/mas_chiusura_definitiva-2182174.html?refresh_ce

Abstract:

Cities have progressively lost their artisan identity, promoting shops focused on mass tourism. This article has the aim to reflect on the Italian situation, in particular that of Rome, where some artisan shops have disappeared and others have adapted to a new type of trade. Will the “made in Italy” be able to survive?

Keywords: Rome; Assisi; artisan shops; tourism; cultural identity; Made in Italy

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Valentina Angela Cumbo

Scritto in data: 22 novembre 2023

Foto di Cristina Cumbo e Valentina Angela Cumbo, tranne dove diversamente indicato. Ne è assolutamente vietata la diffusione senza l’esplicito consenso delle autrici e/o l’indicazione dei credits fotografici, nonché del link relativo al presente articolo.

Le immagini, delle quali è indicata la fonte, sono inserite per puro scopo illustrativo e senza alcun fine di lucro.

Il contributo è scaricabile in formato pdf al seguente link.

La nostra attività sul blog e sui social viene effettuata volontariamente e gratuitamente. Se vuoi sostenerci, puoi fare una donazione. Anche un piccolo gesto per noi è importante.

Ti ringraziamo in anticipo!

Admin. Cristina Cumbo e #LaTPC team

Puoi inquadrare il QR-code tramite l’app di PayPal, oppure cliccare su:

Sostieni #LaTPC blog

Pubblicato da Valentina Angela Cumbo

Architetto iunior e Paesaggista iscritta all'Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia; specialista in Beni Naturali e Territoriali.