“La tutela del patrimonio archeologico. Disciplina, previsioni penali e polizia giudiziaria”, Editoriale Scientifica 2023: ne parliamo con l’autore, il Mar. Ca. Andrea Russo del Nucleo Carabinieri Tpc di Venezia

Cristina Cumbo (C.C.): Buonasera dr. Russo, grazie per essere qui con noi, sul blog #LaTPC!

Lei è un Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri, in servizio presso il Nucleo Tpc di Venezia. Quali esperienze, in particolare, l’hanno spinta a scrivere questo libro che si configura come una vera e propria “guida” per i professionisti di settore, ma anche per chi è interessato all’argomento?

Andrea Russo (A.R.): Come ho scritto nei ringraziamenti iniziali al testo, la prassi lavorativa è stata sicuramente primaria occasione di studio e di approfondimento delle tematiche oggetto del libro. Non indico precise attività di servizio sulle quali, comprende, non posso riferire; tuttavia, citando ancora il testo, ribadisco come ‘l’acquisizione d’informazioni, la raccolta di segnalazioni, la ricezione di denunce ed esposti, il monitoraggio di mercati, fiere, case d’asta, web’ hanno costituito gran parte delle esperienze, poi motivazioni, alla base del libro.

(C.C.): Nel libro traccia una storia della legislazione in materia di tutela del patrimonio culturale a partire dal Regno d’Italia fino all’attuale Codice dei beni culturali e del paesaggio. Secondo la sua esperienza, lo Stato Italiano quanto è avanzato nella normativa rispetto ad altri stati europei e non? Si potrebbero migliorare alcuni aspetti con altre leggi, oppure puntando sull’educazione e la sensibilizzazione delle persone, obiettivo quest’ultimo che – come sa – si propone anche il blog #LaTPC?

(A.R.): Ho scritto di ritenere, e insieme a me lo ritengono soggetti con maggior titolo di me, il ‘modello italiano’ un sistema efficace, emulato da altri paesi, per la tutela del patrimonio culturale nazionale e allogeno. Ciò non significa, tuttavia, che si tratti di un sistema perfetto. Il compianto dr. Ferri, magistrato che si è occupato a lungo di beni d’interesse archeologico, riteneva opportuno, ad esempio, la creazione di un servizio nazionale e permanente, composto da esperti degli specifici settori culturali e da giuristi, che potesse costantemente fornire una panoramica, la più completa e aggiornata possibile, dei fenomeni criminali, delle leggi utili al contrasto e, in generale, dei problemi più ricorrenti. Credo, infatti, che la specificità e la particolarità del settore richiedano un concerto di azioni di tutela, che comprendano la produzione di norme, l’azione della polizia giudiziaria specializzata, l’attività amministrativa degli organi del Mi.C. deputati alla tutela e valorizzazione, l’informazione finalizzata alla formazione di una forte coscienza civile.

(C.C.): Soprattutto nel capitolo V, tratta della riforma al codice penale e, quindi, dei “nuovi reati” previsti. L’applicazione della nuova normativa è efficace per contrastare quelli che vengono definiti “delitti contro il patrimonio culturale”?

(A.R.): La ‘giovinezza’ della Legge 22/2022 impone pazienza e prudenza nelle considerazioni: vedremo solo nei prossimi anni cosa ci dirà la nuova giurisprudenza in merito. Nel testo ho tuttavia rappresentato i reati introdotti nel novello titolo VIII bis del codice penale, in riferimento alla più immediata e ‘concreta’ attività di polizia giudiziaria, evidenziando come vi siano nuovi e più efficaci strumenti di repressione per le condotte delittuose.

(C.C.): Ha dedicato un capitolo anche ai beni provenienti da altri paesi, tutti ricchi di testimonianze archeologiche: l’Egitto, la Grecia e la Turchia. Ma questi paesi, così come l’Italia, sono stati e sono attualmente vittime di scavi clandestini svolti, soprattutto in passato, in maniera intensiva. L’Egitto, peraltro, ha subito recentemente una crisi dovuta alla rivoluzione del 2011 che ha comportato anche la violazione e il saccheggio del Museo del Cairo. Lei illustra quali sono i loro sistemi legislativi per la tutela del patrimonio culturale nazionale. L’Italia come si pone nei confronti del traffico illecito dei beni provenienti da tali paesi, ma anche da quelli definiti come “aree di crisi internazionale”?

(A.R.): Secondo quanto ribadito da ultimo dalla ‘Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società’, stipulata a Faro il 27 ottobre del 2005 e ratificata in Italia con la L. 133/2020, “chiunque, da solo o collettivamente, ha la responsabilità di rispettare parimenti la propria e l’altrui eredità culturale”. Il Mi.C. ha, di recente, ribadito come il complesso degli atti e delle disposizioni normative di tipo sovrannazionale vigenti in Italia colleghi indefettibilmente la liceità della circolazione internazionale delle cose di provenienza non italiana d’interesse archeologico alla legittimità della loro fuoriuscita dal paese di pertinenza/appartenenza. Il ‘modello italiano’ è, insomma, molto avanzato anche in termini di tutela del patrimonio culturale allogeno.

(C.C.): Infine, il Suo volume si conclude parlando delle attività del Nucleo TPC di Venezia con le Soprintendenze. Ci può riassumere quali sono i punti più importanti di tali collaborazioni?

(A.R.): Per i Carabinieri Tpc che si occupano di beni d’interesse archeologico, le Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio (S.A.B.A.P.) costituiscono naturalmente le prime interlocutrici del Mi.C. Quest’ultime ricevono le cd. ‘denunce di possesso’: comunicazioni inerenti la detenzione di reperti archeologici, da parte dei soggetti che ne hanno la materiale disponibilità. Le S.A.B.A.P. riscontrano tali denunce con le ‘dichiarazioni di presa d’atto della detenzione di reperti archeologici’. Nel caso in cui i denuncianti non dispongano d’idonei titoli di proprietà, le S.A.B.A.P. competenti per territorio informano nel senso i detentori e il Nucleo CC Tpc di Venezia.

La collaborazione dei CC Tpc con le SABAP, in ausilio all’attività ispettiva del Soprintendente (ex art. 19 D.Lgs. 42/2004), si estrinseca in primis nella tutela del patrimonio archeologico ‘notificato’ perché particolarmente importante. L’attenzione della polizia giudiziaria si concentra sulla dimensione della proprietà dei beni: la notifica del decreto non costituisce titolo di legittimazione del diritto di proprietà. L’ausilio all’attività ispettiva delle Soprintendenze permette inoltre alla P.G. di verificare il rispetto dei vincoli sui beni, in termini di conservazione, ottemperanza agli obblighi di denuncia, rispetto delle prescrizioni. I CC Tpc forniscono altresì ausilio al Mi.C. affinché i soggetti, destinatari di provvedimenti del Ministero, ottemperino agli ordini da questo impartiti.

Funzionari archeologi delle predette Soprintendenze, o afferenti a specifici musei o Direzioni Regionali Musei, sono soventemente richiesti dai Carabinieri Tpc di Venezia, come ausiliari di polizia giudiziaria. In occasione di verifiche presso antiquari, mercati e fiere, nell’ambito di sopralluoghi e perquisizioni, o a seguito di sequestri, essi sono chiamati a qualificare i beni oggetto d’indagine, determinare l’insistenza dell’interesse archeologico, attestarne l’autenticità o la falsificazione, dichiararne la provenienza da scavo, individuare l’area geografica del contesto archeologico. In tale circostanza è preziosa ‘la competenza dell’archeologo’ (individuato a seconda della propria formazione specifica nei diversi ambiti), nonché ‘quella del funzionario’, che, insieme ai CC, qualifica i beni esaminati in relazione alla disciplina del Codice e alla complessiva normativa sui BB.CC.

(C.C.): Grazie per questa breve intervista, dr. Russo! Complimenti ancora per il successo che ha avuto questo Suo lavoro (già alla seconda ristampa) e congratulazioni per l’attività che Lei e i Suoi colleghi del Comando Carabinieri Tpc svolgete quotidianamente a difesa del nostro patrimonio culturale e paesaggistico.

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo

Scritto in data: 15 ottobre 2023

Foto di Cristina Cumbo. Vietata ogni riproduzione.

Ulteriori informazioni sul libro di Andrea Russo, “La tutela del patrimonio archeologico. Disciplina, previsioni penali e polizia giudiziaria”, Editoriale Scientifica 2023 sono disponibili cliccando sul seguente link: https://latpc.altervista.org/libro-la-tutela-del-patrimonio-archeologico-disciplina-previsioni-penali-e-polizia-giudiziaria-di-andrea-russo-editoriale-scientifica-2023/

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Pubblicato da Cristina Cumbo

Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.