I Carabinieri della Cultura presenti anche in Cina

Il 23 marzo 2019, a Roma, Italia e Cina firmarono 19 accordi e intese di cooperazione sul rafforzamento del partenariato strategico globale. I leader dei due Paesi decisero di offrire, in tal modo, un importante contributo allo sviluppo delle relazioni bilaterali, desiderando dare piena attuazione al ruolo del Comitato Governativo nella realizzazione delle significative intese raggiunte.

I Ministeri degli Affari Esteri dei due Paesi auspicarono avviare un meccanismo regolare di consultazioni a livello di alti funzionari sulle questioni bilaterali, internazionali e regionali di comune interesse, seguendo così lo sviluppo del Diritto Internazionale per la tutela del patrimonio storico-culturale mondiale a partire dal 1899, anno in cui venne firmata la Convenzione dell’Aja su leggi e costumi della guerra terrestre.

Il presidente italiano Sergio Mattarella con il presidente cinese Xi Jinping

Senza scendere nel dettaglio, si ricordano i principali accordi riguardanti la protezione dei beni culturali: la Convenzione per la Protezione dei Beni culturali in caso di Conflitto Armato, approvata nel 1956 dall’United Nation Educational Scientific and Cultural Organization (UNESCO) in risposta alle devastazioni della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, e la Convenzione del 1972, approvata dall’UNESCO, per la Protezione del Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale dell’Umanità ed il Sito del patrimonio mondiale, la cui denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del patrimonio mondiale, come nella sua accezione inglese, viene definita dal nome “World Heritage List”.

Italia e Cina sono accomunate da un inquadramento storico delle loro relazioni: per quel che concerne il profilo diplomatico e commerciale, si vuol menzionare la Nuova via Della Seta (iniziativa strategica della Repubblica Popolare Cinese per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i Paesi dell’Eurasia ed i relativi memorandum “Caschi blu della cultura” sia, sulla stessa linea di azione, nella recente approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza della risoluzione 2347, su iniziativa italiana e francese), nel maggior numero di siti Patrimonio dell’Umanità; trattando del profilo giuridico, invece, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale rappresenta, a tal riguardo, la principale Istituzione globale nel campo della Cooperazione Internazionale della Polizia Giudiziaria nel settore culturale, in cui il ruolo dell’Italia nell’attività di contrasto del traffico illecito viene valorizzata grazie anche alle varie “convenzioni” delle Nazioni Unite.

Suddivisione dei patrimoni UNESCO per nazione (2018)

A Roma sono state siglate una serie d’intese volte in particolare al contrasto verso il traffico illecito di opere d’arte e scavi clandestini, così come verso la migliore fruizione dei siti UNESCO collocati sia in Italia che in Cina, di cui si ricordano due gemellaggi: uno effettuato tra le città di Verona e Hangzhou; l’altro tra i paesaggi vitivinicoli del Piemonte e i terrazzamenti del Riso dello Yunnan. Si tratta, quindi, di 2 dei 19 accordi istituzionali del memorandum Italia–Cina, siglati a Villa Madama, per la promozione della conoscenza, valorizzazione e fruizione dei rispettivi siti iscritti nelle liste del patrimonio mondiale UNESCO a firma del sindaco di Verona, Federico Sboarina, e del vicesindaco di Hangzhou, Miao Chengchao; un gemellaggio tra l’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e il comitato di gestione per il patrimonio dei «Terrazzamenti del Riso di Honghe Hani» dello Yunnan Yang Decong.

A sancire ulteriormente l’importante scambio culturale tra le due nazioni, l’Italia ha restituito 796 reperti archeologi trafugati in Cina in epoche diverse e giunti clandestinamente nel territorio italiano, che in occasione del Forum Italia – Cina sono stati esposti a Villa Madama. Per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, che ricade nel 2020, le opere saranno esposte in mostra a Pechino in data da destinarsi.
Nel marzo 2019, l’allora Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Alberto Bonisoli, ha incontrato il Ministro della Cultura della Repubblica Popolare Cinese, Luo Shugang, nella sede del Museo Nazionale di Palazzo Altemps a Roma.

La firma dell’accordo

Affermata, così, la volontà di rafforzare la cooperazione culturale e l’impegno a collaborare sulla lotta al traffico illecito di beni culturali, al termine dell’incontro bilaterale tra i ministri si è tenuta la firma di un documento simbolico per la restituzione di 796 reperti paleontologici e archeologici sottratti al patrimonio culturale cinese ed esportati illegalmente in Italia. Presenti in sala, il Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. Riccardo Amato, il Gen. B. Fabrizio Parrulli, allora Comandante dei Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale, e la delegazione italo – cinese coordinata dal Consigliere Diplomatico Marco Ricci.

Intese istituzionali per la restituzione di 796 reperti

Il recupero di 796 beni archeologici è frutto di una lunga attività investigativa, condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza, su un lotto di reperti archeologici cinesi di dubbia provenienza messi in vendita a Roncadelle (BS). I beni, provenienti da diverse aree della Cina, risalgono ad un arco cronologico compreso tra il Neolitico (3500 – 1700 a.C.) e la Dinastia Ming (907– 1664 d.C.).

I primi accertamenti svolti dagli esperti hanno consentito di stabilire che i beni risultavano in prevalenza assimilabili a quelli ritrovati negli scavi archeologici eseguiti nella provincie di Gansu, Qinghai, Shaanxi e Sichuan, riferiti al periodo storico compreso tra il 3500 a.C. ed il XVII secolo.

L’esame compiuto dalle competenti autorità della Repubblica Popolare Cinese ha accertato l’autenticità dei beni e la loro appartenenza al patrimonio culturale della Cina. Il 5 novembre 2018, al termine di una complessa vicenda giudiziaria civilistica incentrata sulla proprietà dei beni, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano ne ha disposto la restituzione alla Repubblica Popolare Cinese.

Restituiti 796 reperti paleontologici e archeologici sottratti al patrimonio culturale cinese

A livello internazionale, si intende, infine, menzionare il ruolo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale come Caschi blu della Cultura. I militari dell’Arma, insieme ai tecnici del Mibact, costituiscono la prima unità di pronto intervento in grado di agire, in qualsiasi momento, su richiesta di uno Stato membro ONU che si trovi ad affrontare una crisi o una catastrofe naturale, per valutare i danni provocati ed a sua volta mettere in sicurezza il patrimonio culturale e naturale colpito.

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Paolo Seminara

Scritto in data: 4 gennaio 2021

Il contributo è scaricabile in formato pdf al seguente link.

Il presente articolo è un estratto della tesi “Italia e Cina: il contributo delle relazioni culturali al dialogo tra i due Paesi”, discussa il 13.07.2020 dall’Appuntato Scelto Paolo Seminara (Nucleo TPC Genova) nell’ambito del corso di laurea magistrale in “Scienze politiche e della relazione internazionale” presso l’Università Telematica Niccolò Cusano di Roma.

App. Sc. Paolo Seminara, Nucleo TPC Genova

La tesi è stata dedicata al Gen. D. Roberto Conforti, conosciuto dall’autore appena arruolato e trasferito a Roma presso la sede del Comando Carabinieri TPC. L’autore lo ricorda come un uomo di altri tempi, nonché galantuomo, dai modi nobili e paterni di fare, determinato nel governo del personale e nella dimostrazione oggettiva delle relazioni di carattere nazionale ed internazionale. Il Generale Roberto Conforti è stato un salvatore dell’Arte: ha speso tutta la sua esistenza nella difesa del patrimonio storico e artistico in maniera esemplare e tipica del vero servitore dello Stato. Fra i tanti recuperi, si rievoca forse il più noto, quello della Triade Capitolina ora collocata nel Museo Civico Rodolfo Lanciani di Guidonia Montecelio, il cui episodio richiama l’importanza di un termine spesso non compreso abbastanza: tutela. Tutelare è un verbo fondamentale e indicativo di molti atteggiamenti che sono appunto protettivi nei confronti di qualcosa che ci sta a cuore, in tal caso il patrimonio culturale italiano.

Infine, si ricorda il Generale per il primo database delle opere d’arte illecitamente sottratte.

Le sue parole risuonano ancora nei ricordi dell’autore: «arruolato al buon uso della posta elettronica, a volte è possibile riprodurre gli “antichi” carteggi frettolosamente archiviati dalla prepotente tecnologia, così nacque la prima “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”».

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