Laghetto Granieri: ancora una volta, un Sito di Interesse Comunitario della costa laziale abbandonato a se stesso

Il litorale laziale è costellato di piccoli centri abitati che si fanno spazio in un ampio bosco, detto Antica Selva del Circeo e di Terracina, denominato in seguito Selva di Nettuno, ridottosi negli anni a piccoli lembi protetti da vincoli che ne riconoscono il valore naturalistico-ambientale. Tra di essi, nel Comune di Nettuno, ricordiamo il Bosco di Foglino, riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario (= S.I.C.), gestito attualmente dall’Università Agraria di Nettuno, che si occupa di tutelare e valorizzare questo patrimonio naturale e boschivo, preservandolo soprattutto dal degrado. Nella parte sud rientra, inoltre, nel Poligono Militare di Torre Astura, proseguendo poi sulla costa. Il bosco è costituito per l’80% da un querceto di cerro e farnetto e per il restante 20% da stagni, corsi d’acqua, caseggiati e piscine, ovvero dalle depressioni naturali che si allagano in seguito alle piogge, dando luogo a pozze temporanee. Tra le pozze permanenti, invece, si segnala la presenza di importanti specchi d’acqua tra cui Vallone Cupo, Laghetto delle Streghe e Laghetto Granieri.

Quest’ultimo è quello più comunemente fruibile perché luogo di ristorazione, pesca, pic-nic ed eventi. In un primo momento, potrebbe apparire come un luogo attrattivo per la popolazione in quanto provvisto di servizi che offrono la possibilità di dedicare maggior tempo a momenti ricreativi e di svago all’interno di un sito protetto che, insieme ad altri pochi frammenti boschivi, rappresenta una testimonianza dell’antico paesaggio di Nettuno e della costa laziale.

I segnali di degrado, però, sono numerosi e basterebbe una semplice passeggiata per notare che di fruibile c’è ben poco. Iniziamo dal parcheggio: non esiste un’area di sosta dove poter posteggiare la propria automobile, che risulta essere l’unico mezzo di trasporto idoneo per raggiungere il Laghetto (perché purtroppo si sa, le linee di trasporto pubblico non coprono adeguatamente le aree limitrofe ai centri urbani, e spesso le aree verdi vengono escluse da qualsiasi tipo di coinvolgimento turistico, non essendo riconosciute invece come importanti mete di conoscenza ambientale). Inoltrandosi lungo l’unico sentiero che costeggia lo specchio d’acqua, è possibile notare come non siano previste sedute di alcun genere e come risulti quasi impossibile camminare perché aggrediti da insetti di ogni tipo. È chiaro che, passeggiando nella natura, ci si possa imbattere in organismi viventi anche abbastanza fastidiosi, ma non si può rischiare di incontrare casualmente un nido di calabroni come niente fosse…

La zona adibita ad eventi è praticamente dismessa, forse per lavori in corso, forse solo per incuria e degrado diffuso. In alcuni punti, le panche per i pic-nic sono distrutte e inagibili e i barbecue arrugginiti e impraticabili. Senza contare gli “accampamenti” di simil campeggio che sorgono nel mezzo del percorso, non consentendo il proseguimento della visita.

I problemi sono tanti e l’incuria da parte delle istituzioni pubbliche e dei cittadini stessi è sempre più diffusa. Sono criticità comuni che purtroppo riguardano quasi tutte le aree verdi di zona, come si è già visto per la Riserva Naturale di Tor Caldara.

Sarebbe interessante poter valorizzare l’area, che presenta numerose potenzialità. La sussistenza di specie vegetali autoctone e di specie animali tipiche delle zone umide (tra cui la nutria, le oche e insetti come libellule di svariati colori) sono elementi che potrebbero condurre all’organizzazione di visite didattiche in materia ambientale. La promozione di attività di pesca e di altri eventi partecipativi, che consentano ai cittadini di conoscere un nuovo modo di trascorrere il tempo libero, è uno dei fattori fondanti di una corretta valorizzazione paesaggistica. Ma sono tanti ancora gli interventi possibili: affittare biciclette per un più ampio tour nel Bosco del Foglino, ristabilire aree ristoro più adeguate, consentire l’accesso anche ai disabili, ecc.

Insomma, il Laghetto Granieri si configura come un piccolo angolo di paradiso nel cuore di Nettuno, ma ancora una volta, scarsamente valorizzato e in pieno degrado.

Bibliografia e sitografia

FAI, Laghetto Granieri: https://www.fondoambiente.it/luoghi/laghetto-granieri?ldc

Laghetto Granieri Oasi Laguna Village: http://www.laghettogranieri.it/laghetto_granieri/index.php?b=2

Università Agraria di Nettuno, Il Bosco di Foglino: http://www.universitaagrariadinettuno.it/il-bosco-di-foglino.html

Laboratorio GIS Università di Trieste, Il Bosco di Foglino: http://disugis.units.it/OL/Progetti/bosco_foglino/pdf/4.pdf

Laboratorio GIS Università di Trieste, Il Laghetto dei Granieri: http://disugis.units.it/OL/Progetti/bosco_foglino/pdf/2.pdf

G. Caneva, C. M. Travaglini (a cura di), Atlante storico-ambientale. Anzio e Nettuno, De Luca Editori d’Arte, 2003.

Autore del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Valentina Angela Cumbo

Foto di Valentina Angela Cumbo. Ne è vietata la diffusione senza l’esplicito consenso dell’autrice e/o l’indicazione dei credits fotografici, nonché del link relativo al presente articolo.

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Scritto in data: 6 novembre 2020

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Pubblicato da Valentina Angela Cumbo

Architetto iunior e Paesaggista iscritta all'Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia; specialista in Beni Naturali e Territoriali.