Mostra: “Antonio Ruju. Mostra antologica a 100 anni dalla nascita” alla Galleria d’arte “Il Portico” di Nuoro (21 settembre – 7 ottobre 2023)

Presentazione della mostra

Su Antonio Ruju hanno scritto molti e autorevoli studiosi, pittori, giornalisti, critici. Della evoluzione della sua pittura ha scritto con dovizia di dettagli e citazioni Salvatore Antonio Demuro nella monografia “Natura e colore nella pittura di Antonio Ruju”. Magistralmente ne ha evidenziato il passaggio da toni e soggetti accademici alla scoperta della esperienza fuori dallo studio. Ha dato conto di un inizio impressionista con il passaggio dal colore graduale, ora impregnato di luce ora carico d’ombre, materico e vibrante ad un dipingere più aggressivo, più ricco di violetti e azzurri, arancioni e vermigli, più vicino al fauvismo.

Lo stesso artista ha dichiarato che l’incontro con Van Gogh, con i fauves e con l’espressionismo astratto statunitense lo ha portato ad una pittura capace di comunicare “l’autenticità espressiva dell’emozione”. Conquista ottenuta tramite l’uso del colore intenso, della pennellata violenta, di una matericità densa e corposa in cui si impastano toni verdi e rossi (Beba Marsano).
Dunque sulla storia della produzione artistica di Ruju molto è già stato detto. Ciò su cui vorrei soffermarmi è, invece, la risposta alla domanda cosa possono avere da dire oggi le opere di un artista nato cento anni fa? Io porrei l’accento sulla grande attualità di un pittore immerso nella natura, in un momento storico in cui di ambiente si parla tanto. I suoi temi, non esclusivi ma certo prevalenti, sono questi: paesaggi, ambiente, persino ecologia. In una poesia recita: Il tuo mondo è qui/ fra queste rocce spogliate e selvagge/ tra il verde cisto i cardi e il fieno giallo. E, come osserva Cara in una presentazione critica del 1967, non si tratta di un idillio provinciale, avulso dai fatti che accadono nella società dei nostri anni. Tutt’altro.

Era il ‘71 quando un vasto rogo trasformò il monte Ortobene in un immenso bracere, ed è nella raffigurazione di alberi in fiamme che si avverte il dolore del pittore per quella ricchezza ambientale andata in fumo e, nella ripetizione di questo tema, si comprende la sua attenzione ad un fenomeno troppo diffuso ieri come oggi. L’ambiente che circonda la città natale è stato la fonte primaria dell’ispirazione di un artista che aveva il dono di vedere e scoprire le cose belle nei soggetti più umili della natura, una roccia, un cardo, dove un altro non avrebbe colto una sola nota interessante (Espa). L’attrattiva della mostra antologica proposta sta nel riscoprire attraverso gli occhi di un pittore naturalista (Monteverdi) il tumulto interiore o l’attività spirituale che il colloquio (oggi si direbbe la connessione) con la natura può ancora e sempre ingenerare.
Per la completezza e la varietà di ambienti qualcuno (Serra) ha scritto che la Sardegna è quasi un continente, allora, di fronte ad una straordinarietà di paesaggi, colori, manifestazioni come quelli che l’Isola offre, perché si dovrebbe avvertire la necessità di cercare altrove una diversa fonte di ispirazione?

A osservare le grandi tele, in cui brillano le molteplici tonalità di verdi delle vallate intorno a Nuoro, e i boschi sono senza fine, e gli alberi paiono vibrare, il sentore che si prova è che la natura, il paesaggio, ti vengano incontro e ti avvolgano. La sensazione è quella di poter fare parte del tutto, di poter udire i suoni, di sentire i profumi, oppure di essere immersi nella calma di un tramonto sul mare o di un’alba a Tavolara, d’essere quasi cullati dal suono del mare. Avviluppati da queste impressioni destate dalle opere viene da pensare che, se è vero che parlando del proprio paese parlerai dell’universale, i confini sbiadiscono, si annullano. Allora poco rileva che quei paesaggi dipinti appartengano ad un determinato territorio piuttosto che ad un altro, importa invece che la natura susciti emozioni ovunque ci si trovi. Importa che un bosco che brucia danneggi tutti e non solo gli abitanti del luogo nel cui territorio si trova, importa che i fiori colti e messi in vaso possano continuare ad esserci perché un artista li dipinga, perché le api assolvano la loro funzione, perché tutti ne possiamo godere direttamente o attraverso la mediazione della tela che li ha impressi.

In conclusione sta qui la attualità di Antonio Ruju, un pittore ed un poeta, (appartenuto al secolo scorso e vissuto a Nuoro in anni in cui la cittadina era ricca di fermenti culturali e movimenti artistici, di cui era parte attiva anche la Galleria 31 di sua proprietà), che dipingendo il particolare ci ha regalato l’universale e questo non conosce limiti di tempo e spazio, non conosce la desuetudine. Nient’affatto che arte isolana, isolata e provinciale.

Stefania Sini, curatrice della mostra

L’artista

Un secolo fa nasceva Antonio Ruju (Nuoro 20 gennaio 1923 – 6 dicembre 2006), pittore, poeta, insegnante di materie artistiche per tanti anni ed anche gallerista dal 1968 al 1992.
Inizia a dipingere fin da giovanissimo, la famiglia conserva opere del 1937, il primo ad accorgersi del suo talento è il maestro Sebastiano Dessanay. La frequentazione con Giovanni Ciusa Romagna, più anziano e già famoso pittore nuorese, gli fornirà i primi insegnamenti tecnici e formali e le prime indelebili esperienze di pittura all’aperto che lo accompagneranno in tutta la sua prolifica produzione.

Si presenta al pubblico per la prima volta esponendo in una mostra collettiva presso la Camera di commercio a Nuoro nel 1941. Nel 1943 tiene la sua prima personale sempre a Nuoro. Avendo dovuto sospendere gli studi a causa del conflitto mondiale si diploma al Liceo artistico di Roma nel 1947. La sua carriera prosegue ininterrotta fino all’anno 2003 con mostre, esposizioni, premi e riconoscimenti sia in ambito regionale che nazionale ed anche estero.

Solo per brevità se ne segnalano alcune fuori dalla Sardegna, mentre per una più completa panoramica ci si potrà riferire alle due biografie cartacee (Leandro Muoni, Artisti sardi Antonio Ruju Una vita per l’arte; Salvatore Antonio Demuro, Natura e colore nella pittura di Antonio Ruju, Società Poligrafica Sarda, 1999):
nel 1948 medaglia d’oro al Premio Nazionale “Città di Bologna”;
nel 1953 e nel 1958 è presente in due mostre al Palazzo delle Esposizioni a Roma;
nel 1961 ottiene uno dei primi premi alla I Biennale Nazionale di Cinisello Balsamo;
nel 1962 espone alla Mostra Nazionale di Pittura “Città di Thiene” e alla Mostra Nazionale
estemporanea di Ravenna e viene premiato in entrambe;
nel 1967 a Palazzo Serbelloni a Milano tiene una mostra personale, una a Bologna al Circolo degli
Artisti;
nel 1977 espone in Canada alla Madison Gallery di Toronto assieme al pittore Antonio Corriga e
presso l’Università di Hamilton.
Accanto all’attività pittorica, soprattutto nell’ultimo periodo, si infittisce quella di scrittore le cui
poesie sono raccolte nella biografia già citata Muoni, Antonio Ruju Una Vita per l’arte.

Galleria d’arte “Il Portico”
Piazza del Popolo, 4 – Nuoro
Curatrice: Stefania Sini

AGGIORNAMENTO: la mostra è stata prorogata fino al 14 ottobre 2023.

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