Big Eyes – Scheda film

Scheda film

Titolo originale: Big Eyes

Regia: Tim Burton

Interpreti principali: Amy Adams, Christoph Waltz, Danny Huston, Krysten Ritter, Jason Schwartzman, Terence Stamp

Genere: biografico, drammatico

Durata: 105 minuti

Anno: 2014

Paese di produzione: USA

Trailer: https://youtu.be/_n8OwiSUVzM  

“Gli occhi sono lo specchio dell’anima”: è questo il motivo per cui la pittrice Margaret Keane realizzava i suoi bambini spauriti, soli, indifesi, con grandi occhi espressivi di tutto un mondo contenuto al loro interno. Dipinti da un lato intensi, dall’altro inquietanti, tanto da attirare l’attenzione di Tim Burton, celebre regista di film gotici e surreali.

“Big Eyes” è un film biografico. Narra la storia della pittrice Margaret D. H. Keane, nata Peggy Doris Hawkins, del suo successo perduto e infine recuperato. Tutto inizia con il divorzio dal primo marito e dalla fuga, compiuta con la massima segretezza, insieme alla figlia, per giungere a san Francisco.

È un periodo, quello, in cui alle donne non sono concesse molte azioni, le donne non sono semplicemente considerate al pari dell’uomo e le lotte femministe intanto proseguono, infervorando gli animi pur trovando mille e più difficoltà. Per Margaret è complicato ricominciare un’esistenza lontana, con una figlia a carico e dipinti da far conoscere. Diventa perciò un’ambulante, eseguendo ritratti “speciali” a soli 2 dollari. Ed è così che incontra Walter Keane, pittore poco affermato, che vende le proprie opere ritraenti insipidi scenari parigini. Ma l’uomo non è uno stolto, anzi, tutt’altro: riesce a percepire il potenziale insito nello stile di Margaret. Con un corteggiamento lampo, aiutato anche e soprattutto dalla fragilità della donna che ha un gran bisogno di qualcuno da cui essere amata, Walter sposa Margaret, iniziando in tal modo un lento processo di truffa, raggiro, plagio e sostituzione.

I suoi quadri vengono esposti insieme a quelli della moglie che, ingenuamente, ora si firma Keane. Lui se ne appropria, attribuendosi quindi la paternità. Walter ha grandi capacità, ma non di certo pittoriche: è in grado di promuovere, di intravedere il successo in fondo a un tunnel e di raggiungerlo, ragiona secondo un’ottica imprenditoriale. Approfittandosi del fatto che una donna pittrice non sarebbe mai stata considerata, si spaccia per autore. Margaret lo scopre, ma non fa nulla per dissuaderlo. Un po’ per timore della reazione del nuovo marito, un po’ perché vittima della chiusa mentalità dell’epoca, la donna proseguirà a dipingere i suoi bambini dagli occhi grandi, mettendo sempre meno passione nella sua arte e producendoli in serie, su commissione di Walter.

Amy Adams in Margaret Keane (foto tratta da: https://www.frammentirivista.it/)

Margaret trascorre le proprie giornate chiusa nel suo studio, contornata da sguardi inquietanti, respirando trementina e acrilico, fin quasi ad avere le allucinazioni, estraniandosi dalla realtà. Intanto Walter sa come promuoversi, giungendo ad essere un pittore quotato e ricercato, e facendosi balenare l’idea di vendere stampe, accessibili anche ai meno abbienti che avessero voluto possedere, però, qualcosa di bello e speciale nella loro casa.

I coniugi Keane cambiano dimora, ora lussuosa. Tutta quella ricchezza, Margaret non l’avrebbe mai immaginata, né per lei, né per la figlia. Eppure, qualcosa si è incrinato nel suo animo. Quell’amore che l’aveva abbagliata, non era altro che interesse. Un giorno, per puro caso, scopre un ulteriore inganno: Walter non è un pittore. I quadri di Parigi, di cui sembrava essere autore, in realtà sono della ex moglie. La firma è stata coperta con uno strato di acquerello che Margaret rimuove facilmente.

È forse quella la scintilla che spinge Margaret verso una ripresa di se stessa, della propria passione e della sua vita. A tutto ciò contribuiscono una coppia di testimoni di Geova che, nella loro missione di evangelizzazione, lasciano alla pittrice una copia degli scritti. La donna li leggerà trovando in quelle parole la forza di reagire, dichiarando davanti a tutti – intanto, breve digressione, era fuggita di casa, chiedendo il divorzio, poiché il marito aveva tentato di ucciderla, appiccando fuoco allo studio con lei e la figlia dentro – di essere l’autrice dei dipinti con gli occhi grandi.

Il finale è piuttosto scontato. I due giungono in tribunale, Walter non accetta una simile sfida e senza avvocato prova a difendersi da solo, inscenando un teatrino, finché il giudice chiede una prova del tutto inconfutabile: dipingere davanti a lui.

Ecco che la verità emerge in tutto il suo splendore. Margaret e sua figlia possono ricominciare la loro esistenza alle Hawaii, lontane da un impostore che ebbe un unico pregio, quello di aver involontariamente farle ottenere successo.

Margaret Keane è un’artista, nata nel 1927. Divenne famosa per aver dipinto la serie di bambini, o orfanelli, dagli occhi grandi, da qui il titolo del film “Big eyes”. La donna dipinse anche animali e donne con le medesime caratteristiche. In uno dei suoi periodi, imitò lo stile di Modigliani, con personaggi dai volti e colli allungati.

La sua storia dimostra un cambiamento di mentalità in atto, la lotta interiore che le donne hanno dovuto combattere prima con loro stesse e poi con la società per potersi affermare. Per quel che riguarda, invece, le opere pittoriche, quei grandi occhi portano con sé una richiesta: quella di essere letti dall’osservatore. Ecco che si configurano mondi diversi, difficili, appartenenti ai più deboli, bambini, donne, animali, generando così sentimenti contrastanti che virano dalla tenerezza, alla profondità di riflessione, fino a quel senso di disagio provocato soprattutto dalle atmosfere dark e surreali.

Sito web: https://www.keane-eyes.com/

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/KeaneEyesGallery.MargaretKeane

Profilo Instagram: https://www.instagram.com/margaretkeane/

Autrice del contributo per il blog “La Tutela del Patrimonio Culturale”: Cristina Cumbo

Scritto in data: 26 novembre 2020

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Pubblicato da Cristina Cumbo

Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.