Convegno “Falso” Il patrimonio culturale e la difesa dell’autencità”, 25-27 ottobre 2018, Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps

Presso la sede di Palazzo Altemps e, nello specifico, all’interno del suo magnifico Teatro, si è svolto, tra il 25 e il 27 ottobre, il convegno “Falso! Il patrimonio culturale e la difesa dell’autenticità” organizzato nell’ambito del Master biennale di II livello “Esperti nelle attività di valutazione e di tutela del patrimonio culturale”, attivo presso l’Università Roma Tre in collaborazione con il Mibac e il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Quella tra il Comando e l’Università degli Studi di Roma Tre è ormai una cooperazione che si avvia a diventare una garanzia formativa per studenti e studiosi di varia provenienza – dalle scienze archeologiche, alla storia dell’arte, passando per l’archivistica, la diagnostica, la giurisprudenza, etc. – che hanno deciso di indirizzare il proprio interesse verso la tematica della tutela, del contrasto ai traffici illeciti e quindi anche della falsificazione in materia archeologica e storico-artistica. Risale al 2013 l’organizzazione del I corso di perfezionamento in “Tutela del patrimonio culturale: conoscenza storica e diagnostica scientifica per il contrasto alle aggressioni criminali”, giunto fino alla III edizione ed evolutosi in ben due master: uno, di I livello, partito nel 2015, in “Esperti nella tutela del patrimonio culturale”, e un secondo, biennale e di II livello, in “Esperti nelle attività di valutazione e di tutela del patrimonio culturale”.

È il Gen. B. Fabrizio Parrulli, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, ad aprire la rassegna di interventi dopo i saluti della Direttrice del Museo Nazionale Romano, Daniela Porro, e la moderazione della Responsabile di Palazzo Altemps, Alessandra Capodiferro.

Sono elevati i numeri che riguardano i falsi sequestrati e interessano, in particolar modo, il settore dell’arte contemporanea. Queste opere se immesse sul mercato causano, infatti, un notevole danno economico pari a milioni di euro. L’azione repressiva svolta nel 2018 ha visto la denuncia di oltre 160 persone (nel 2017 erano state 198). L’Italia si colloca, tra l’altro, al secondo posto dopo gli USA come paese vittima della contraffazione.

È certamente, però, l’attività di collaborazione con l’Università il punto forte del master. Il Comando, infatti, ha messo a disposizione dei partecipanti alle attività del Laboratorio del Falso – istituito presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Roma Tre – ben 83 opere, in gran parte dipinti e un finto affresco romano che, per legge, dovranno essere distrutte. Lo scopo è quello di imparare a capire come discernere un’opera d’arte originale da una falsa. Simile obiettivo è quello che si è preposta l’Università degli Studi di Padova con il Progetto MemO, in cui alla creazione di un database open access, alla catalogazione della ceramica greca e magno-greca in Veneto e allo studio del collezionismo, segue lo studio del fenomeno della falsificazione e lo sviluppo di alcune linee guida per l’autenticazione.

«La falsità è un concetto sottile, subdolo» specifica il prof. Claudio Strinati nel corso del suo intervento.

E ancora: «Il falso svilisce l’essenza dell’arte. L’arte non vera non può essere arte» sostiene a conclusione il Gen. B. Parrulli.

Nulla di più corretto, ma non sempre risulta così semplice capire la differenza, soprattutto per i “non addetti ai lavori” che vanno incontro a vere e proprie truffe. Sono numerosi i casi nella storia di falsificazione su supporti originali e di dispute tra studiosi per comprendere l’autenticità o meno di un’opera. Uno degli esempi più noti è certamente quello del Papiro di Artemidoro, al centro di molti dibattiti, oppure del Cranio di Piltdown e della medaglietta di Sucessa. Più comunemente sono le monete, in ambito archeologico, a subire pesanti falsificazioni. Spetta allo studioso esperto del settore riuscire a individuare il falso, valutando alcuni elementi, che spaziano dall’esame dell’iconografia, alla conoscenza delle date di emissione, all’analisi del conio, fino al peso effettivo degli originali. Ma non solo. Gli obiettivi preferiti dei traffici illeciti rimangono le opere d’arte etrusche, spesso vittima di tombaroli. Ebbene, si dovranno però considerare anche i falsari, in quanto il Tenri University Sankokan Museum (Giappone) annovera all’interno delle sue vetrine una serie di oggetti etruschi contraffatti e nemmeno eseguiti alla perfezione.

Le sfaccettature della falsificazione toccano, perciò, vari aspetti, da quello prettamente archeologico o storico artistico, a quello economico e legislativo. Per smascherare l’imbroglio rimane necessaria un’attività di collaborazione tra le varie professionalità. Non si può dimenticare, infatti, quale aiuto possa apportare la scienza applicata alle opere d’arte e l’immancabile attività diagnostica: raggi X, radiazione UV, spettroscopia raman sono solo alcune delle tecniche che, combinate alle conoscenze di archeologi e storici dell’arte e all’intensa attività investigativa del Comando, riescono a contrastare questo fenomeno sempre attuale in ogni epoca storica.

Programma del convegno: https://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1540291854132_locandina_convegno.pdf

Master in “Esperti delle attività di valutazione e di tutela del patrimonio culturale”: https://www.uniroma3.it/corsi-post-lauream/2019-2020/esperti-nelle-attivita-di-valutazione-e-di-tutela-del-patrimonio-culturale-905/

Autrice dell’articolo e delle foto: Cristina Cumbo. Ne è vietata la diffusione senza l’esplicito consenso dell’autrice e/o l’indicazione dei credits fotografici, nonché del link relativo al presente articolo.

Le immagini, delle quali è indicata la fonte, sono inserite per puro scopo illustrativo e senza alcun fine di lucro.

Contributo precedentemente pubblicato su “The Journal of Cultural Heritage Crime” in data 30.10.2018 e disponibile al seguente link.   

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Pubblicato da Cristina Cumbo

Archeologa e ricercatrice; Dottore di ricerca in Archeologia Cristiana; amministratrice, fondatrice e responsabile del blog #LaTPC, nonché della pagina Facebook "La Tutela del Patrimonio Culturale". Ha frequentato il primo corso di perfezionamento in tutela del patrimonio culturale in collaborazione con il Comando Carabinieri TPC presso l'Università di Roma Tre (2013) e il Master annuale di II livello in “Strumenti scientifici di supporto alla conoscenza e alla tutela del patrimonio culturale” attivo presso il medesimo ateneo (2019). Dal mese di gennaio 2022 al marzo 2024 ha collaborato con l'Institutum Carmelitanum di Roma conducendo ricerche su alcune chiese Carmelitane demolite e ricostruendone la storia. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'ISPC - CNR, dove si occupa di analizzare storicamente il fenomeno del vandalismo sul patrimonio naturale e culturale in Italia per la redazione di linee guida funzionali alla mitigazione del rischio.